La retromarcia, clamorosa, sta prendendo forma in questi minuti e finisce per essere la fotografia perfetta di come l'Ars sta affrontando la Finanziaria. La norma che avrebbe messo nelle mani del governo 5,1 milioni per estinguere un paio di contenziosi che coinvolgono enti della galassia regionale è stata bocciata ieri e potrebbe essere riproposta e approvata oggi, a sorpresa. L'articolo era stato fortemente difeso dall'assessore all'Economia, Gaetano Armao, che aveva chiesto “una assunzione di responsabilità” al Parlamento. Per tutta risposta era arrivata una sonora bocciatura. Un passaggio nel quale un ruolo fondamentale avevano avuto almeno 10 franchi tiratori della maggioranza. Il messaggio politico era chiaro: un voto contro il governo da parte della maggioranza. Armao aveva risposto a tono minacciando tagli per 20 milioni a vari capitoli di spesa cari al Parlamento per rimpinguare il fondo Contenziosi del bilancio. Stamani, prima dell'apertura dei lavori, il colpo di scena. La norma sarà riproposta. Nella notte sono stati gli stessi deputati di maggioranza e opposizione a chiedere un nuovo voto garantendo i numeri per arrivare all'approvazione. L'obiettivo ovviamente è evitare tagli ad altre spese. Con questo viatico l'Ars inizia l'ultima giornata di votazioni della Finanziaria. L'approvazione è prevista in nottata ma il clima di scontro nel centrodestra è tutt'altro che superato e ciò non lascia escludere nuovi Ko del governo in aula.
Sanatoria per cedere i lidi balneari
Al primo voto passa una norma dal pesante significato politico. E' quella che riguarda il settore dei balneari, colpiti da una sentenza della Cassazione che interrompe le concessione alla fine del 2023 imponendo anche gare pubbliche per le nuove assegnazioni. E' un settore, quello dei balneari, caro a Fratelli d'Italia che sta conducendo una battaglia per agevolare questi imprenditori a livello nazionale. E non è un caso che all'Ars sia stato Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima, il movimento di Musumeci federato a FdI, a presentare un emendamento che tende una mano al settore. Pur non essendo prevista alcuna proroga, il testo prevede la possibilità di cessione della concessione anche se l'imprenditore non è in regola col Durc (il documento di regolarità contributiva). Una sorta di sanatoria di vendite rimaste bloccate e una strada in discesa per chi vuole cedere l'attività. L'emendamento è stato contestato da Pd (che si è astenuto) e grillini che hanno ammonito sul rischio “di una probabile impugnativa da parte del governo nazionale”. Il dubbio sollevato da Antonello Cracolici e Gianina Ciancio è anche un altro: “In pendenza di una norma a forte rischio di impugnativa in assessorato al Territorio non si troverà un dirigente disposto a firmare l'atto che autorizza la cessione in mancanza del Durc. Il rischio è di finire davanti alla Corte dei Conti”. La norma è tuttavia stata approvata. Il governo, con l'assessore al Territorio Toto Cordaro, ha dato parere favorevole. La norma approvata prevede anche, in linea generale, che qualsiasi impresa che non ha il Durc in regola potrà continuare a beneficiare dei contributi anti Covid anche nel 2022.
Arrivano le SuperZes
Arriva la SuperZes in Sicilia. Si tratta di una norma (at.7) del ddl stabilità approvata dall’Ars, che introduce un regime fiscale ulteriormente agevolato a favore degli investimenti nelle Zone economiche speciali (Zes) che vengono parametrati ai ricavi delle vendite e delle prestazioni derivanti dall’attività svolta dall’impresa. “Il governo Musumeci, nel solco dell’impegno profuso a supporto delle imprese che investono in Sicilia, ha proposto una misura che rafforza l’attrazione degli investimenti in Sicilia, grazie a fiscalità di sviluppo e e contributi alle assunzioni. Le Zes siciliane diventano così le più vantaggiose d’Italia», dice l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao.
Ok al sostegno redditto di ex Pip e Asu
Approvata anche la norma per il sostegno al reddito dei precari per il 2022: 16,15 mln per gli Asu (54.1 mln per il 2023), 38 mln per gli ex Lsu, 31 mln per gli ex Pip (10 mln per il 2023). «Ci aspettavamo una proposta vera in seno alla finanziaria, anzitutto sulle coperture, perché anche il testo base e l’articolo non fanno chiarezza sui famosi 15 milioni che dovrebbero esserci a sostegno della stabilizzazione degli Asu - dice il segretario siciliano e deputato del Ps, Anthony Barbagallo - Il 7 giugno si pronuncia la Corte Costituzionale e nel caso in cui in cui la pronuncia sia favorevole, occorre la copertura di 15 milioni per il 2022. la copertura e l’appostamento delle somme dove abbiamo chiesto sia in sede di discussione generale e continuiamo a chiederlo ora. Non è il momento di emendamenti farlocchi ma servono dati certi».