Dà del fascista a Musumeci e definisce “scienziato ubriaco” Renzi, ironizza sulla forza elettorale di Giorgia Meloni, sminuisce perfino il ruolo del suo vecchio mentore Dell'Utri: Gianfranco Micciché attacca tutti e riaccende le micce faticosamente spente nel centrodestra grazie all'accordo maturato appena martedì scorso sul sostegno unitario a Roberto Lagalla a sindaco di Palermo. Va detto che il presidente dell'Ars ha smentito i contenuti di una intervista rilasciata a La Stampa. Ma il dietrofront non ha placato l'ira degli (ex) alleati. Ormai il centrodestra è di nuovo un campo di battaglia. "Musumeci? Mai più. Guardi..." ha detto Miccichè, coordinatore di Forza Italia in Sicilia e presidente dell’Ars. "Cinque anni fa subimmo un’imposizione. Ma a condizione che non si ricandidasse. Cinque anni a rompere la m**. Ha trasformato i nostri assessori in ascari. A me ne ha tolti tre su quattro.... Musumeci odia i partiti, il Parlamento, la stampa”. Nell'intervista Micciché cita lo scontro in aula all'Ars fra Musumeci e il deputato etneo Luca Sammartino: “Di lei si occuperanno ben altri palazzi, ha detto a un deputato dell’opposizione. D’altronde è coerente: lui è pur sempre un fascista catanese" è la sintesi del presidente dell'Ars, secondo cui però "Palermo è troppo nobile e intellettuale per il fascismo". Infine, per il presidente del Parlamento siciliano “Musumeci non lo vogliono neanche i centristi: Cuffaro e Lombardo sono pronti ad andare con il Pd, se c'è Musumeci". E, sempre nella ricostruzione di Micciché, Musumeci “non lo vogliono nemmeno quelli di Fratelli d’Italia! Siamo tutti matti?". Meloni però lo difende. "Da fascista qual è, si è accodata a La Russa, fascista siciliano come Musumeci". E sull'accordo sul Comune di Palermo Miccichè svela che non vale nulla rispetto alla corsa alla Regione: "Macché. Berlusconi mi ha detto: fai la mossa del cavallo e chiudi sul Comune sul loro candidato. Fatto, fregandocene della signora Meloni che ci vuole distruggere tutti. Ma Musumeci non passerà. Mai". E se Meloni andasse da sola? "È fortissima, ma qui non si fanno colpi di mano. Vuole diventare il capo della Destra europea dopo la Le Pen, trattando con quella americana. L’ho vista a Milano. Io ero a Fiuggi nel '95. Una vera svolta. Fini era più avanti di lei oggi...". Parole che, malgrado la smentita, hanno suscitato la durissima reazione di Fratelli d'Italia. Per La Russa serve ora un chiarimento politico: “ Sono certo che Gianfranco e' stato travisato, infatti nessun esponente politico cosciente e non disturbato potrebbe sottoscrivere quel testo contrario ad ogni logica umana e politica. Micciche' mi ha telefonato per scusarsi. Ho detto a Micciche' - aggiunge La Russa - che ringrazio per la telefonata, che se la smentita puo' risolvere il problema dei rapporti personali, l'articolo impone pero' un pronto chiarimento politico, reso necessario anche dall'improvvido coinvolgimento nell'articolo di Silvio Berlusconi, descritto arbitrariamente come consapevole e coinvolto in una strategia che non gli appartiene utile a danneggiare gli alleati. Al contrario, Berlusconi a cui pure mi appello perche' si distingua da affermazioni cosi' gravi da minare irreparabilmente il centrodestra da lui fondato e consenta di ricompattare in Sicilia una coalizione che gli avversari vorrebbero scardinare proprio perché destinata a vincere con Lagalla a Palermo e con Musumeci alla Regione”. Prova a raffreddare gli animi Raffaele Lombardo: “ Ho dovuto rileggere l'intervista di Gianfranco Miccichè a La Stampa. Lo invito pertanto alla temperanza, a non più insultare il presidente della Regione, a non picconare la coalizione di centro-destra. Devo precisare che non andrò con nessun partito ed auspico che il Mpa, che si trova nel perimetro del centrodestra, possa partecipare a un ragionamento costruttivo sulla prospettiva. Anche perché non si rivivano le fasi convulse, comunque istruttive, che hanno preceduto la convergenza sulla candidatura del professore Lagalla a sindaco di Palermo” ha detto il leader dell'Mpa. Le parole di Micciché hanno di nuovo riacceso gli animi anche in Forza Italia, dove Gaetano Armao, che guida il fronte ostile al coordinatore del partito torna a chiedere perfino che non faccia più il presidente dell'Ars: “ I toni incontinenti usati dal presidente dell'Ars nei confronti del presidente della Regione, come già in passato nei confronti miei e di assessori, sono scomposti ed inadeguati, oltre che totalmente falsi”. Per Armao "il presidente dell'Ars è incompatibile con ruolo che svolge, che impone sobrietà, equilibrio e senso delle Istituzioni".