A rischio il fondo per la non autosufficienza per i disabili gravissimi che vivono in Sicilia. Una voce di spesa della Regione che ingloba il cosiddetto assegno di cura e altri servizi, un totale di 183 milioni per i quali adesso si paventa un possibile taglio di 100 milioni, circa il 60 per cento. "Ogni anno ci provano ma mai l'intervento è stato così pesante", spiega Vincenzo Muratore, uno dei portavoce del comitato "Siamo handicappati no cretini" che da anni si batte in difesa dei diritti dei disabili siciliani. "Secondo il disegno di legge della finanziaria in discussione all'Ars - dicono dal comitato -, il governo regionale vuole follemente tagliare di quasi 100 milioni di euro la dotazione di questo capitolo di bilancio". Il taglio, se diventasse realtà, porterebbe già dal mese di giugno ad una mancata erogazione del contributo mensile che colpirebbe i 13 mila disabili gravissimi che attualmente riescono a pagare l'assistenza grazie all'assegno. "Delle due l'una - spiegano ancora dal comitato -: o tagliate i capitoli senza sapere cosa contengono oppure siete davvero senza scrupoli. Perché soltanto chi non ha senso civico potrebbe ipotizzare di fare una cosa del genere. Veniamo fuori da una pandemia che ci ha ridotti delle pezze, fisicamente e psicologicamente". Il contributo viene erogato da cinque anni da quella protesta di cui fu protagonista Pif, contro l'allora governo regionale guidato da Rosario Crocetta. "Moltissimi di noi - fanno sapere dal comitato - vivono anche da soli e riescono ad alzarsi la mattina e ad essere accuditi solo con l'assistenza di soggetti a cui devono pagare questi servizi. Confidando da 5 anni su questa entrata tredicimila persone hanno anche assunto impegni con assistenti per sopravvivere".