Al posto della tessera elettorale, un documento digitale che funzioni come il green pass, e seggi diffusi negli uffici postali per votare anche in anticipo e in un comune diverso da quello di residenza. Sono due delle proposte per contrastare «l'astensionismo» elettorale elaborate da una commissione istituita a dicembre dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, per trovare soluzioni al calo dell’affluenza alle urne. «Un sintomo - per D’Incà - della malattia della non partecipazione alla vita pubblica del Paese, che porta al degrado della democrazia».
Il trend si è aggravato negli ultimi anni. «Alle politiche del 1948 votò il 92% degli italiani, mentre nel 2018 poco meno del 73% - ha osservato D’Incà presentando il Libro bianco prodotto dalla commissione -. Alle elezioni europee si è passati dall’86% del 1979 al 56,1% del 2019. Alle ultime amministrative ha votato il 54%, mentre nelle suppletive a gennaio, oltre l’88% non lo ha fatto al collegio di Roma 1». Oltre all’astensionismo involontario di chi non vota perché non è agevole recarsi al seggio, un’area «molto ampia», considerando i 4,2 milioni over 65 con difficoltà di movimento (gravi per 2,8 milioni), ci sono anche i 4,9 milioni di elettori che lavorano o studiano in luoghi diversi dalla provincia o città di residenza (negli ultimi 16 anni lo Stato ha rimborsato oltre 60 milioni di euro per biglietti di aerei e treni). E cresce comunque l’astensionismo volontario di chi è disinteressato verso la politica o sceglie il «non voto di protesta».
Diversa matrice di problema ma risultato identico per gli aventi diritto che risiedono all’estero. Questi cittadini, iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero), 5.486.000 nel 2020, non possono votare per corrispondenza alle amministrative (come invece capita per le politiche e referendum) ma solo in Italia. L’ultimo problema, che impedisce a molti piccoli centri di raggiungere il quorum, secondo la commissione coordinata da Franco Bassanini può essere risolto escludendo gli iscritti all’Aire dalle Comunali. Per curare il sintomo a livello nazionale, l’idea è di concentrare gli appuntamenti elettorali, ora spesso spalmati nell’anno, in due election day, uno in primavera e uno in autunno, votando domenica e lunedì.
L'election pass digitale, con la tecnologia sperimentata per il green pass, eviterebbe disagi a chi perde la tessera elettorale cartacea. E consentirebbe sia il voto in seggi diversi sia il voto anticipato presidiato, ipotesi applaudita da Pd e M5s. Nelle due settimane prima delle elezioni, è la proposta illustrata da Bassanini, si allestiscono cabine elettorali negli oltre 12 mila uffici postali (o in quelli comunali), dove si accede mostrando l’app sullo smartphone all’ufficiale postale, che scarica le liste del collegio della circoscrizione di appartenenza e una busta con indirizzo prestampato, da sigillare poi con la scheda, controfirmare, timbrare e spedire al seggio «naturale» dell’elettore. Là, poi, verrà riversata nell’urna con le altre schede.
Alla luce dei confronti con altre 19 liberaldemocrazie «non è stata trovata una correlazione fra leggi elettorali e partecipazione al voto» , chiarisce D’Incà, pur ammettendo, con un ragionamento puramente politico, che «un cambiamento della legge elettorale verso il proporzionale gioverebbe in questo momento storico».
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