Asili nido: in Sicilia i Comuni non spendono i soldi, corsa per non perdere i fondi del Pnrr
La Sicilia rischia di perdere i fondi del Pnrr per la costruzione e ristrutturazione di asili nido, come la gran parte del Sud Italia, e così lo Stato ha deciso di aiutare i Comuni per garantire una loro maggiore partecipazione all’Avviso pubblico, in maniera tale da utilizzare le risorse, garantendo un incremento dei servizi per la fascia d’età da 0 a 2 anni, soprattutto nelle aree dove sono più carenti. Basta pensare che i Comuni della Sicilia che avevano a disposizione quasi 300 milioni per presentare progetti relativi al Bando dell'Agenzia per la coesione per la realizzazione di asili nido e scuole per l'infanzia, ne hanno utilizzati soltanto 71. Davvero molto pochi e il rischio è che i finanziamenti disponibili vengano dirottati dal Sud verso altre aree del Paese. Per i nidi, alla chiusura dei termini previsti inizialmente dal bando (16 marzo), sono arrivate richieste pari a circa 1,2 miliardi su un totale di 2,4 miliardi disponibili e sono concentrati nelle regioni del Centro Nord e ci sono Emilia Romagna e Umbria che addirittura hanno presentato progetti in eccesso rispetto ai fondi disponibili nel bando asili del Pnrr. Il Piano mette a disposizione in totale, inoltre, 600 milioni per la fascia 3-5 anni. Per scuole dell’infanzia e poli dell’infanzia (questi ultimi ricomprendono anche lo 0-2) sono arrivate, alla chiusura del bando, 1.223 domande, per oltre 2,1 miliardi. Per consentire di utilizzare tutte le risorse per i nidi, i termini sono stati riaperti fino al prossimo 31 marzo. Ma non solo. Il Ministero, in raccordo con la Ministra per il Sud e la Coesione territoriale e con la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, ha previsto come detto interventi a sostegno dei Comuni per assicurare la più ampia partecipazione e sostenere dal punto di vista tecnico i territori in tutte le fasi della candidatura. La Sicilia è una delle regioni in difficoltà: circa 6.792 sono i piccoli utenti di asilo nido su una popolazione di 119.909 soggetti tra 0 e 2 anni di età e spende appena 49.403.000 euro (spesa pubblica + compartecipazione delle famiglie) Se la confrontiamo al Veneto che ha una popolazione pressoché uguale, notiamo che gli utenti sono il doppio, ovvero 12.707, come è doppia anche la spesa complessiva pari a 85.783.367 euro. Sono pochi i bambini tra 0 e 2 anni che frequentano un asilo nido in Sicilia, il 5,5%. I Comuni siciliani sono in affanno nella presentazione della documentazione e partecipazione a causa di problemi d'organico. C'è chi lamenta l'impossibilità di presentare in tempo utile la documentazione relativa all'attestazione di vulnerabilità sismica per carenze qualitative e quantitative di personale, ovvero mancano apposite figure professionali o sono poche. Qualche sindaco ha anche accusato la Regione, dichiarando, come ha fatto il sindaco di Brolo, che nel piano dell'edilizia scolastica siciliana non sono stati previsti gli immobili per ospitare gli asili nido e che moltissimi Comuni non sono in grado di adempiere alla norma che presuppone la proprietà dei terreni su cui realizzare le strutture come condizione per partecipare ai bandi. Il mancato utilizzo dei fondi del PNRR nel Sud è sempre legato alla burocrazia e alla macchina amministrativa lenta perchè carente d'organico o con personale non qualificato. Ecco che lo Stato sta organizzando incontri territoriali con il coinvolgimento delle Prefetture e la partecipazione del Ministero dell’Istruzione e della task force edilizia scolastica dell’Agenzia per la Coesione territoriale. La stessa task force offrirà supporto tecnico a Comuni con una copertura di servizi dedicati alla fascia 0-2 anni molto al di sotto dell’obiettivo europeo del 33%. I territori avranno a loro disposizione anche webinar organizzati in coordinamento con l’ANCI, l’Associazione dei Comuni italiani. Il primo si è già tenuto lo scorso 10 marzo e ha coinvolto Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e delle Province di Prato e Trieste, che non avevano fatto registrare candidature entro il 28 febbraio scorso. Il programma d’azione non si limita a sostenere i Comuni nelle procedure formali di adesione al bando. L’obiettivo è intercettare tutte le realtà territoriali carenti di servizi e informarle delle opportunità a disposizione. Per questo motivo, partirà una campagna di comunicazione, con uno spot tv, per far conoscere ai Comuni la proroga della scadenza dell’Avviso e sarà inviata una nota a tutti i Comuni che non hanno partecipato al bando per stimolarne l’adesione. Adesso il tempo stringe, lo Stato sta cercando di venire in soccorso dei Comuni ma in Sicilia si rischia di perdere entro fine mese un'altra, l'ennesima, opportunità di sviluppo.