Domenica 17 Novembre 2024

Dal ministro Di Maio un nuovo appello agli italiani: «Andate via dall'Ucraina»

Il padre comboniano Alex Zanotelli partecipa al sit-in per la pace in Ucraina organizzato a Napoli due giorni fa

Gli italiani vadano via dall’Ucraina, dove il caos può scoppiare da un momento all’altro. Soprattutto adesso che Vladimir Putin ha deciso di riconoscere le repubbliche separatiste dell’Ucraina orientale. Con la situazione nel Donbass sempre più «preoccupante», il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha formulato un nuovo invito ai connazionali, più pressante rispetto ai giorni precedenti, per evitare che restino bloccati nel Paese. L’ambasciata a Kiev resterà operativa per fornire ogni tipo di assistenza, ma con la progressiva sospensione dei collegamenti aerei da Kiev da parte delle compagnie europee, Roma chiede di muoversi il prima possibile. La fuga degli occidentali dall’Ucraina è una delle priorità delle cancellerie, da Washington a Berlino, da Parigi a Londra, che hanno richiamato i propri cittadini. La Farnesina si è mossa dieci giorni fa, invitando i circa duemila connazionali, la maggior parte dei quali a Kiev, ad andarsene «in via precauzionale» il prima possibile, posticipando i viaggi «non essenziali in Ucraina e a qualsiasi titolo nelle regioni di Donetsk e Lugansk ed in Crimea». Ora che la crisi ha avuto una svolta drammatica, i rischi per chi resta in Ucraina aumentano. «La situazione ci preoccupa molto», sottolineava Di Maio poche ore prima che Putin decidesse di riconoscere le repubbliche separatiste. «L'Italia è in massima allerta per affrontare gli eventi con la massima preparazione», ha spiegato il titolare della Farnesina, riferendo che «la nostra ambasciata a Kiev sta effettuando diverse prove di evacuazione del personale e sta chiedendo a tutti gli italiani in Ucraina di lasciare il Paese». Più di un invito, quindi, per convincere i tanti connazionali che sembra non vogliano andare via, e che in caso contrario vorrebbero portare le proprie famiglie ucraine con loro. In molti, tra l'altro, non hanno una casa in Italia, tanto che a Roma si ragiona anche sull'ipotesi di metterli in un hotel. Di Maio ha precisato che «l'ambasciata resta aperta e pianamente operativa, perché vogliamo dare un segnale di vicinanza al popolo ucraino e crediamo nella diplomazia», ma allo stesso tempo c'è preoccupazione che il progressiva cancellazione dei voli internazionali. Air France, ultima in ordine di tempo, ha sospeso i suoi due voli Parigi-Kiev. Così come la sua associata olandese Klm. Sabato i tedeschi di Lufthansa hanno fermato i collegamenti dalla capitale ucraina e da Odessa fino alla fine di febbraio. Anche la svizzera Swiss Air ha deciso di tenere a terra i propri aerei, così come ha fatto pure l’Austrian Airlines. Nelle ultime ore, tra l’altro, è entrata in vigore una no-fly zone dichiarata dalla Russia sul Mar d’Azov, ovvero una sezione settentrionale del Mar Nero. Questo vuol dire escludere i voli commerciali di linea dalla zona, che confina con il porto ucraino di Mariupol, vicino alla linea di contatto tra le forze separatiste ucraine e filo-russe.

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