L’Ars ha approvato la mozione, presentata dal capogruppo di Fi Tommaso Calderone e poi sottoscritta anche dalle opposizioni, che impegna il governo Musumeci a revocare l’incarico a Tuccio D’Urso, commissario attuatore per l’emergenza Covid. Diventerà bellissima, col deputato Giorgio Assenza, il voto segreto ma dopo un botta e riposta col presidente Gianfranco Miccichè, l’aula ha votato per alzata e seduta approvando l’atto parlamentare. D’Urso era stato difeso in aula, oltre che da Giorgio Assenza, anche dal capogruppo di Db Alessandro Aricò e dai deputati Elena Pagana e Sergio Tancredi di Attiva Sicilia.
Le scuse non sono bastate
Non sono bastate così all’Assemblea le scuse che D’Urso aveva inviato al parlamento dopo le frasi ritenute offensive nei confronti dei parlamentari. Contro D’Urso sono intervenuti in aula il deputato Calderone e diversi parlamentari di Pd, M5s, ma anche la capogruppo Udc, Eleonora Lo Curto.
Il post incriminato
D’Urso è finito sotto accusa per un post, poi rimosso, col quale criticava i deputati di maggioranza e di opposizione per avere bocciato la norma che avrebbe consentito ad alcuni superburocrati, lui incluso, di restare in carica per altri tre anni.
L'affondo di Micciché
Per il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, l’ex dirigente Tuccio D’Urso «è indegno di rappresentare il governo». «Il presidente Musumeci non ha l’obbligo giuridico di "licenziarlo" ma l’obbligo morale sì, perché per sei volte questa persona ha reiterato i suoi comportamenti offensivi al Parlamento», ha detto Miccichè, che è intervenuto durante il dibattito in aula sulla mozione con la quale Forza Italia ha chiesto al governo Musumeci di revocare l’incarico a D’Urso.
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