Certificata la quarta fumata nera per l’elezione del presidente della Repubblica, le trattive tra i partiti sono nello stallo più totale. Nel tentativo di sbloccare la situazione Salvini ha annunciato che vedrà Letta per un nome super partes. «Non faccio nomi e cognomi, prima telefono ai leader» per «delle proposte che possano unire, inorgoglire, compattare», ha detto il leader del Carroccio rientrando a Montecitorio». «Alla dodicesima offerta - ha aggiunto - non potranno dirci il dodicesimo no. Il mio obiettivo è tenere unito il centrodestra e tenere unita la maggioranza. Confido che domani sia la giornata buona». Intanto, l'esito del quarto scrutinio ha fatto registrare questo dato politico, complesso e variegato. Il centrodestra, per evitare nuove fratture, sceglie di astenersi, mentre Pd, Movimento Cinque Stelle e Leu optano per la scheda bianca.
Nella rosa dei nomi ritorna il nome della Belloni
Nessun passo in avanti, almeno ufficialmente, anche se nell’ipotetica rosa delle candidature ritorna il nome di Elisabetta Belloni, capo dell’intelligence italiana. L’idea non dispiace a Giorgia Meloni e in via ufficiosa, sia nel centrodestra che nello schieramento avversario, il suo nome riscontra molti consensi. Un no secco all’idea che il capo del Dis sia il nuovo presidente della Repubblica arriva da Matteo Renzi: «Sono nomi tirati lì senza discussione politica». «Non siamo un Paese sudamericano», dice il socialista Nencini. Nei capannelli di Montecitorio si sottolinea come il M5s sia il principale sostenitore della candidatura della Belloni. «I nomi li faccio nelle sedi opportune, non in Transatlantico», si schermisce Conte. Mentre Di Maio, con i giornalisti in Transatlantico, taglia corto: «Elisabetta è un profilo alto, ci ho lavorato insieme alla Farnesina. Ma non bruciamo nomi e soprattutto non spacchiamo la maggioranza di governo». Difficile capire se il nome della Belloni possa entrare ufficialmente nelle trattative (al momento gli altri nomi restano quelli di Casini, Draghi e sullo sfondo il bis di Mattarella) che andranno avanti per tutto il giorno nell’attesa che la presidenza della Camera si pronunci sulla richiesta avanzata un pò da tutti i partiti di passare da una a due votazioni da domani.
In programma un vertice del centrodestra
Alle 19 è in programma un nuovo vertice dei leader del centrodestra, ma Salvini ha fatto sapere di avere in programma colloqui anche con i rappresentanti del centrosinistra. «Abbiamo fatto tantissimi nomi, ambasciatori, giudici...E la presidente del Senato? Non era un nome di maturità? E invece dall’altra parte ancora niente. Non sono rassegnato», fa sapere Salvini. Il segretario del Pd non si sbilancia ma lascia trasparire un cauto ottimismo: «Mi sembra che nelle ultime ore dei passi avanti si siano fatti, quindi io guardo le cose con fiducia e ottimismo proprio perché si sta andando verso una logica di dialogo ed è l’unica possibilità: né vincitori né vinti, dialogo e soluzione».