L’ira di Musumeci tradito all’Ars scatena la bufera, bordate dagli alleati. Verso l'azzeramento della giunta
E' il giorno delle polemiche alla Regione dopo le accuse lanciate agli alleati dal presidente della Regione, Nello Musumeci, impallinato all'Ars dai franchi tiratori durante le elezioni dei delegati siciliani al voto per il presidente della Repubblica. «Indignazione» è il sentimento nei partiti per lo sfogo di ieri sera del governatore Nello Musumeci, che in una diretta Facebook dopo avere minacciato a caldo le dimissioni per lo sgambetto degli alleati ha annunciato l’azzeramento della giunta definendo quei parlamentari “disertori, «ricattatori», «scappati di casa», «vili», pavidi». Come alcuni assessori, anche i partiti hanno appreso dal social network la scelta del governatore di azzerare l’esecutivo, avrebbero invece voluto prima un confronto per analizzare quanto accaduto in Assemblea regionale. Intanto, Musumeci ha convocato per stamattina la giunta, probabilmente per formalizzare il ritiro delle deleghe. “Aspettiamo di capire cosa farà, magari la notte gli ha portato consigli, la sua reazione è stata impulsiva e ha usato toni inaccettabili nei confronti dei parlamentari: ci possiamo aspettare di tutto», dice un big del centrodestra siciliano. «Sono sconcertato dalle parole del presidente Musumeci, durante e dopo i lavori d’aula. Chi parla è un deputato che è sempre stato leale, con il voto di oggi compreso, verso i siciliani e con la coalizione di maggioranza, Per tale motivo, nonostante il circoscritto momento di rabbia, non posso e non voglio accettare quanto affermato dal Presidente della Regione. Gli aggettivi come «pavido e vile» non sono consone all’istituzione che si rappresenta. Se i mesi che ci aspettano, da qui alla fine della Legislatura saranno quelli prospettati da Musumeci, forse è meglio che si dimetta per andare subito al voto», afferma il deputato regionale di Forza Italia, Michele Mancuso. «Lo dico con cognizione di causa - aggiunge -, perché non risolve nulla azzerando - in parte - la Giunta. L’unico modo per scongiurare l’inevitabile è un azzeramento degli atteggiamenti di sfida, di chiusura e di supponenza. Serve il dialogo, quello costruttivo, che porta risultati. Nessuno ha paura di nessuno. Sono mesi che auspico un maggiore coinvolgimento di tutti. Dunque perché da parte di Musumeci c’è questa continua esigenza di mostrare i muscoli? Meglio le elezioni anticipate che uno scorcio di legislatura che di fatto imbriglia i siciliani in un gioco al massacro». Rincara il capogruppo dei deputati regionali del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola (tra gli eletti per il voto al Quirinale). «Musumeci, ha trovato il coraggio di azzerare la giunta solo in occasione del voto per i delegati al Quirinale, colpito nell’orgoglio e nelle preferenze, e non per rimediare a tutto quello che sta accadendo in Sicilia, di fronte al caos in cui ha gettato i siciliani e di cui ha responsabilità politica. Inoltre azzera la giunta e subito dopo annuncia di volerla ricomporre, ma facendo riferimento sempre agli stessi deputati di maggioranza che lui stesso oggi ha duramente attaccato. Un comportamento che equivale a cambiare tutto perché nulla cambi». E Danilo Lo Giudice, del gruppo Misto: «Le parole del presidente Musumeci, successive all’elezione dei grandi elettori della Sicilia, sono oltremodo offensive per tutto il Parlamento e per i suoi componenti che, piaccia o no, sono stati democraticamente eletti e rappresentano il popolo siciliano. Se vuole proprio essere concreto nel dare una mano alla Sicilia, il Presidente prenda atto di non essere più gradito non solo all’interno del parlamento, ma anche alla stragrande maggioranza dei siciliani e rassegni le dimissioni». «Dispiace che in un momento così delicato di pandemia e con i contagi alle stelle - aggiunge -, il Presidente della Regione invece di offrire soluzioni ci costringa a discutere di tematiche che sono ben lontane dagli interessi della Sicilia e dei Siciliani. Poiché non faccio parte della maggioranza, non credo che il Presidente Musumeci annoverasse il sottoscritto tra coloro che potevano designarlo quale grande elettore per la Sicilia; tale scelta non è determinata né da «questione di igiene» come lo stesso Presidente perché il sottoscritto non ha mai chiesto nulla di quei sottoboschi governativi, dove di certo risiedono figure ben vicine allo stesso Presidente che oggi si scopre novello della politica». «Musumeci - conclude Lo Giudice - abbia il coraggio di fare nomi e cognomi, di dire quali sono state queste richieste irricevibili e, se è il caso, si rivolga agli organi competenti.» "La decisione del presidente Musumeci di azzerare la Giunta di governo - afferma Attiva Sicilia - la interpretiamo come un atto teso a fare il punto con la coalizione, un tentativo necessario per trovare gli equilibri più opportuni per chiudere al meglio questa legislatura. Da questo momento il Parlamento siciliano dovrà a sua volta ragionare nell'ottica di privilegiare gli interessi dei siciliani più che quelli dei partiti. Dovremo tutti ricordare che in presenza di una così profonda crisi socioeconomica l'unico obiettivo da perseguire è quello di rispettare il mandato elettorale, creando le condizioni affinché questo ultimo scorcio di legislatura sia qualificante e portando a termine quel necessario percorso di riforme indispensabili per la Sicilia. E con queste premesse, già da oggi, garantiamo l'impegno di Attiva Sicilia".