Lunedì 23 Dicembre 2024

Regione, oltre 29 milioni ai Comuni siciliani per i servizi alle famiglie

Antonio Scavone, assessore regionale alla Famiglia

Recuperare edifici pubblici per arricchire i Comuni di servizi per l’infanzia, l’adolescenza e gli anziani, migliorando la qualità della vita e frenando l'esodo dai piccoli centri. Sono gli obiettivi dell’avviso «a sportello» pubblicato dall’assessorato regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali, con cui vengono stanziati oltre 29 milioni, a valere sul Fondo sviluppo e coesione (residuo 2014-2020 e anticipazione 2021-27), per finanziare piani di investimento per contrastare la denatalità, lo spopolamento dei luoghi, le solitudini involontarie e l’invecchiamento della popolazione. «L'avviso è rivolto ai Comuni siciliani che vogliano, anche in forma associata, attivare interventi infrastrutturali sistemici e integrati con i relativi servizi in favore della famiglia in nuove infrastrutture o recuperando quelle esistenti - dichiara l'assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali, Antonio Scavone - raggiungendo il duplice obiettivo di accrescere il welfare nei territori a maggiore rischio di spopolamento e contrastare il deterioramento degli edifici pubblici, spesso inutilizzati o sottoutilizzati. Con questa iniziativa intendiamo imprimere un cambio di passo sul tema dei servizi all’infanzia, all’adolescenza, alle persone che vivono situazioni di fragilità, innalzando l’offerta capillarmente su tutto il territorio regionale». In particolare, sono ammissibili al contributo finanziario le operazioni di adeguamento, rifunzionalizzazione e ristrutturazione di edifici pubblici esistenti (anche immobili confiscati alla mafia o appartenenti a Ipab e non utilizzati, per i quali sarà considerata una premialità nel punteggio) o gli interventi afferenti alla realizzazione di nuove strutture, per avviare servizi per la prima infanzia (fascia 0-3 anni), centri di aggregazione per minori nella fascia compresa fra i 4 e i 18 anni, strutture diurne per anziani e persone con limitazioni nell’autonomia o, ancora, consultori familiari e case-famiglia per donne vittime di violenza e in situazione di fragilità.

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