Il «caso» Intel scuote i rapporti, già tesissimi, tra il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, e la Lega. Alle questioni politiche incentrate sulle regionali del 2022 con Matteo Salvini che ambisce a candidare un proprio esponente di partito, si aggiunge la sfida per la nuova sede della fabbrica di chip. La multinazionale americana vuole investire in Italia, con Catania e Torino, in pole position per ospitare il sito produttivo del colosso di semiconduttori e chip per schede video. A irritare Musumeci la presunta preferenza del ministro per lo Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, verso il capoluogo piemontese. «Se un colosso dell’hi-tech è pronto ad investire in Italia, con un progetto ambizioso che darà impulso all’economia e all’occupazione, a decidere non può essere la solita logica che privilegia il Nord a discapito del Sud. Nel pieno della progettualità di una ripartenza, che non può certo essere a due velocità o, peggio, azzoppata sul nascere, non si può continuare con la politica assistenzialista che ha sempre mortificato il Mezzogiorno», sbotta Musumeci ricordando che «il governo di Roma, con il ministro per lo Sviluppo economico, aveva garantito per l’insediamento di Intel una partita da giocare facendo perno sul ‘sistema Italià e sulle migliori credenziali dell’area da individuare». «E a questo noi siamo fermi - aggiunge Musumeci -, pur leggendo sulla stampa di pressioni e rivalse nordiste, di dichiarazioni a sostegno del candidato sindaco di Torino e del così contestuale, addirittura dichiarato, "tifo" per la candidatura di Mirafiori a discapito di Catania. Siamo certi che la squadra del cuore di un ministro della Repubblica non può che essere l’Italia». Poi incalza: «Così come se la competizione sarà sulla capacità di offrire competenze ed intelligenze la Sicilia, con i suoi centri di ricerca e, non ultimo, uno dei più importanti stabilimenti di microelettronica del mondo non può che essere in partita e rivendica a pieno titolo l’insediamento del futuro stabilimento di Intel». Di «inesattezze e strumentalizzazioni» parla però il segretario della Lega in Sicilia Nino Minardo. «La Lega con tutti i suoi vertici e ad ogni livello, compreso ovviamente il ministro Giorgetti - dice Minardo - lavorano affinché gli investimenti si materializzino in Italia. La città di Catania offre le condizioni ideali per il colosso americano dell’hi-tech: abbiamo logistica, competenze e capitale umano in abbondanza ergo la Sicilia alla pari del Piemonte sta avendo il pieno sostegno politico del governo nazionale e ancora di più del nostro partito, il primo a puntare su lavoro e impresa». E replica al governatore: «Giorgetti ha già chiarito di non avere mai espresso preferenze per Torino e voler portare la Intel in Italia - assicura il Carroccio siculo - ha pure aggiunto di avere a cuore il futuro industriale ed economico di Catania, tant’è che sta facendo pressioni in Europa per autorizzare un nuovo e consistente investimento Stm proprio nel catanese».