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Tensioni Musumeci-Lega, Minardo: "Restiamo in giunta ma il governo poteva fare di più"

Nell'intervista pubblicata oggi sul Giornale di Sicilia il segretario prova a raffreddare il clima politico diventato bollente e sulla sua candidatura a presidente della Regione Sicilia risponde: "Se ne parlerà"

Nino Minardo
Nino Minardo

La Lega non uscirà dalla giunta Musumeci. Il segretario Nino Minardo stempera le critiche al governatore, pur esplicitando un giudizio in chiaroscuro sul suo operato: «Poteva fare di più».

Segretario, si sente candidato in pectore dopo la rivendicazione di Salvini della presidenza della Regione?
«Salvini non mi ha candidato. Ha fatto un apprezzamento sul mio nome e sul mio lavoro da segretario, di cui gli sono grato. Ma se ne parlerà al momento opportuno, non ora».
Però Musumeci vi ha invitato a uscire dal governo, viste le rivendicazioni. Lo farete?
«Non ne vedo il motivo. Noi abbiamo sostenuto questo governo anche quando non avevamo rappresentanti in giunta. Ora ci siamo da un anno, saremo leali sostenitori fino alla fine. Diremo se le cose non ci piacciono ma decideremo insieme alla coalizione come andare avanti. È legittimo che ogni partito avanzi proposte».
A cosa aspira realmente la Lega in Sicilia in vista delle prossime elezioni?
«A radicarsi sul territorio. Siamo gli unici a non aver mai governato la Regione o grandi città in Sicilia. Vogliamo che un modello vincente come quello che abbiamo in altre regioni venga applicato anche qui. Vedremo se alla Regione o in una o dieci città. Siamo nelle condizioni di esprimere candidati validi. Ma ne parleremo al momento opportuno».
Gianfranco Micciché, per evitare fughe in avanti e autocandidature, ha proposto che il candidato alla Regione sia indicato dal partito che uscirà dalle Amminsitrative di Palermo con più voti. È d’accordo?
«Secondo me è fantapolitica. Non c'è stata alcuna fuga in avanti da parte della Lega. C'è una coalizione che deve sedersi e discutere di proposte. Poi troveremo la sintesi, anche in raccordo del tavolo nazionale. Le Amministrative di Palermo sono importanti ma sicuramente sono l’espressione di una sola città e non lo specchio di una Regione».
Alla Regione o a Palermo che coalizione immagina?
«Spero sia la stessa che sostiene Musumeci. Magari allargata a realtà civiche del territorio che rafforzino l’asse portante attuale».
C’è spazio per Italia Viva
«Se un partito di centrosinistra decide di condividere il nostro progetto, ben venga».
Ha detto che sarete leali con Musumeci. Ma qual è il giudizio sul governo?
«Questo sì che è un tema che interessa alla Lega. E ai siciliani. Le candidature appassionano ben poco. Veniamo da due anni difficili per il Covid. Tante cose non si sono potute fare, altre vanno fatte. È sotto gli occhi di tutti l'emergenza ambientale che riguarda i rifiuti. Non sono certo io un visionario che vede crisi dappertutto. Non si può ancora pensare a discariche a cielo aperto. Vanno bene i termovalorizzatori, ma si facciano. C'è il settore turistico che ha bisogno di grande supporto, perché ha subito la crisi dovuta al Covid in modo più pesante di altri. Non si garantiscono più i livelli occupazionali. Bisogna puntare a destagionalizzare sul serio. Il sitema sanitario ha tante lacune sul piano delle infrastrutture e la pandemia lo ha dimostrato, bisogna programmare ciò che serve».

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