Indietro non si torna, il disegno di legge è in dirittura d’arrivo e presto arriverà l’approvazione finale dell'Ars. Poche parole, ma nette. Arrivano dalla giunta siciliana guidata da Nello Musumeci e fotografano la posizione della Regione sull’iter del rendiconto 2019. Il governo regionale non si ferma di fronte alle memorie depositate dalla Procura generale della Corte dei Conti in merito al ricorso presentato contro la parifica del documento, seppur parziale, fatta dalle Sezioni riunite della stessa Corte. Proprio sulla base di quella parifica, il governo Musumeci lo scorso 7 settembre aveva deliberato il disegno di legge poi trasmesso all’Assemblea regionale siciliana, che ha già votato l’articolato. Nelle sue conclusioni, la Procura generale ricorda all’Ars che l’organo supremo della Corte deve ancora pronunciarsi su quel ricorso, sottolineando che l’eventuale approvazione del disegno di legge, nelle more della decisione dei giudici, «darebbe luogo a un vulnus di tutela». Ma da Palazzo d’Orleans fanno sapere che sull’iter «non può esserci alcuno stop. Ormai manca solo il voto finale del Parlamento. D’altronde, la Regione si è limitata a seguire la linea tracciata dalle Sezioni riunite, mentre le memorie della Procura generale sono arrivate troppo tardi. Quei rilievi, poi, non sono diretti verso il nostro governo, ma tracciano uno scontro interno alla Corte». Al di là del richiamo all’Ars, quello che emerge dalle 24 pagine firmate dai vice procuratori generali Adelisa Corsetti e Sabrina D’Alesio è il contrasto tra la stessa Procura generale, che insiste sulla presunta illegittimità di una parte del rendiconto, e le Sezioni riunite, che invece si sono pronunciate per la parifica, pur rilevando alcune criticità che la giunta Musumeci ha recepito nella delibera poi trasmessa all’Assemblea regionale. I contenuti delle scontro giudiziario nell’articolo di Andrea D’Orazio, sul Giornale di Sicilia oggi in edicola.