Verso le Amministrative in Sicilia, il Pd guarda a destra e Trizzino lancia un appello all'unità col M5S
«Le prossime elezioni amministrative rappresentano il banco di prova della alleanza tra le forze di centrosinistra ed il Movimento 5S. Uniti si riuscirà a vincere in tutti i comuni e questo Salvini e la Meloni lo hanno intuito e di conseguenza sono alla ricerca di voti tra le fila dei no-vax e degli estremisti di destra nel tentativo di raggranellare qualche consenso». Lo afferma Giorgio Trizzino, deputato che ha marzo ha lasciato il gruppo del M5S per approdare al gruppo misto alla Camera. «Una proposta di governo progressista nelle grandi città e nei piccoli comuni - aggiunge - può diventare modello di governo per il Paese ed anche questo Salvini e la Meloni lo hanno capito, ma dovranno rassegnarsi perché la maggioranza degli italiani non voterà per loro. Tra qualche mese toccherà alla Regione Siciliana ed alle sue città più grandi di scegliere i propri rappresentanti ed anche in questo caso l’alleanza di tutte le forze progressiste potrà sconfiggere una destra che ha dimostrato di non essere all’altezza di governare. Cominciamo a lavorare in questa prospettiva ed a costruire un futuro migliore per i siciliani». L’intervento di Trizzino arriva proprio nel momento in cui il Pd sembra rivolgersi anche al fronte del centrodestra per alleanze a livello locale. E suona dunque come un appello all’unità delle forze che hanno sostenuto il secondo governo Conte. Intanto, c’è da registrare quello che succede nel Pd siciliano. Da un lato c’è l’alleanza con i grillini, da portare avanti nel quadro di una strategia nazionale. Ma dall’altro lato, come scrive Giacinto Pipitone nel Giornale di Sicilia in edicola, il Pd in Sicilia non abbandona l’idea di sparigliare le carte in tavola costruendo un’alleanza con pezzi del centrodestra che ricalchi la coalizione che oggi sostiene Draghi. E così le Amministrative del 10 e 11 ottobre vedranno contemporaneamente il Pd alleato dei grillini in circa la metà dei 13 Comuni in cui si vota col proporzionale e in coalizione con Udc e Forza Italia per sfidare proprio i Cinquestelle in altri centri di peso. Succede per esempio a Canicattì. Lì, nell’Agrigentino, il Pd , senza mettere il simbolo, ricandida l’uscente Ettore Di Ventura, ma lo fa col sostegno di Forza Italia e contro il candidato dei grillini. La sfida è ancora più accesa ad Alcamo, dove il Pd va in alleanza con l’Udc di Mimmo Turano per spingere Giusy Bosco. Ma nella cittadina trapanese i grillini devono difendere da questa alleanza anomale il proprio uscente ricandidato Domenico Surdi. Anthony Barbagallo, segretario Dem, ha da mesi scelto di lavorare a un’alleanza con i grillini. Ma non ha mai nascosto di «guardare con attenzione a cosa può succedere se si scompone il centrodestra». I dettagli degli scenari politici in vista delle Amministrative nell’articolo di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia oggi in edicola