Un modello unico di gestione, che ponga fine alle troppe differenze che negli ultimi anni hanno caratterizzato l’erogazione dei servizi di assistenza igienico personale e specialistica agli alunni con disabilità da parte dei comuni, delle città metropolitane e dei liberi consorzi comunali. É questa la ratio del disegno di legge presentato all'Ars dal M5S, prima firmataria Roberta Schillaci, che mira a porre ordine nel settore, caratterizzato dal proliferare da una ridda di regolamenti per sopperire alla mancanza di una uniforme legislazione in materia di servizi alla persona. “Negli anni – dice Schillaci - singoli distretti e singoli comuni con propri regolamenti hanno realizzando variegate modalità di affidamento dei servizi alla persona, diversificati per i criteri di affidamento, di aggiudicazione, per le modalità di quantificazione e di determinazioni di oneri e costi, a scapito dei principi di imparzialità, di trasparenza e di uniformità della qualità dei servizi erogati da parte della pubblica amministrazione. Il disegno di legge che ho presentato intende prevedere e disciplinare in maniera chiara ed univoca i servizi di assistenza all'interno delle scuole, promuovendo, accanto ai servizi statali, cure ed interventi compensativi ed aggiuntivi in grado di favorire efficacemente l'integrazione dell'alunno con disabilità”. “Il governo regionale - ricorda Schillaci – aveva emanato alcune linee guida per omogeneizzare il servizio nei territori. Purtroppo queste sono state disattese da alcuni Enti locali, creando di fatto cittadini di serie A e di serie B, a seconda del comune di nascita. La Regione avrebbe dovuto vigilare, ma non lo ha fatto, speriamo che lo faccia nell'immediato futuro”. Il ddl si compone di 12 articoli che che individuano, tra l'altro, la tipologia dei servizi spettanti agli alunni con disabilità e gli enti territoriali che devono erogarli; le tipologie e le caratteristiche del servizio; i titoli e le qualifiche professionali necessarie per lo svolgimento dei servizi di igiene personale e di assistenza all'autonomia e alla comunicazione; le modalità di accreditamento professionale e degli enti. Da sottolineare l'istituzione di un albo regionale degli operatori abilitati al servizio di assistenza di base e specialistica, articolato in due sezioni e distinto per ambiti provinciali, al quale gli operatori professionali sono chiamati ad iscriversi per operare. Intanto per l'anno scolastico ormai alle porte il servizio di assistenza ai disabili rischia di partire in ritardo. “Ieri, nel corso della seduta della V commissione dell'Ars – afferma la deputata – abbiamo potuto constatare come il governo regionale sia in netto ritardo, con responsabilità ancora tutte da chiarire e col rischio di non garantire il diritto allo studio ai nostri ragazzi. C'è una sorta di scaricabarile tra il dipartimento Famiglia, che asserisce di aver fatto tutto quello che c'era da fare e le ex Province, che mesi fa lamentavano la mancata emanazione da parte della Regione di circolari chiare. Bisogna capire dove sta la verità e a chi sono da attribuire le responsabilità di questi ritardi. Per questo abbiamo chiesto un'ulteriore audizione, la prossima settimana. Di certo c'è che i ragazzi vanno portati al più presto tra i banchi di scuola”.