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Il governo Draghi va avanti: green pass anche per gli utenti dei servizi pubblici

Spunta l'ipotesi dell'obbligo per il pubblico degli uffici, ad esempio l'anagrafe. In settimana si decide sulle estensioni nel mondo del lavoro

Enrico Letta nel giorno di chiusura della Festa dell'Unità

Estendere l’obbligo di green pass anche gli utenti che accedano ai servizi pubblici, come l'anagrafe. È una ipotesi sul tavolo del governo, in vista dell’allargamento del certificato verde, atteso già questa settimana.

L'ampliamento della platea dell'obbligo

L’obbligo dovrebbe ora riguardare tutti i dipendenti pubblici e, tra i privati, essere esteso agli esercenti di quelle attività che richiedono il pass per l’accesso, dai ristoranti alle palestre. La stessa proprietà transitiva che dovrebbe portare a chiedere a camerieri e baristi il certificato che i loro clienti devono esibire, potrebbe condurre all’introduzione dell’obbligo anche per gli utenti che accedono agli uffici pubblici. Ma la misura sarebbe ancora allo studio, con tutte le sue implicazioni. E la grossa incognita del trasporto locale. Il governo sta lavorando per mettere a punto la cornice di regole sul green pass che riguarderà anche la definizione di azienda pubblica o privata, e come considerare, ai fini delle scelte sul pass, le imprese giuridicamente private ma che lavorano per il pubblico.

In arrivo il Consiglio dei ministri

Una cornice che entro mercoledì dovrebbe essere pronta in vista del Consiglio dei ministri. Si apre dunque un mese fondamentale per le decisioni del governo sui vaccini. Da qui alla metà di ottobre, sulla base dei dati e dell’evoluzione dei contagi, si valuterà se introdurre l’obbligo di vaccinazione. E se farlo in maniera generalizzata - opzione che ad oggi sarebbe prevalente - o ampliare ad altre categorie sensibili l’obbligo che già vale per medici, infermieri e personale interno ed esterno delle Rsa.

I lavoratori del privato

Prima si proseguirà con l’estensione del certificato verde: questa settimana dovrebbe essere la volta dei lavoratori della pubblica amministrazione e di alcune categorie del privato, anche se resta sul tavolo l'opzione - più problematica sul piano giuridico - di applicare il pass da subito anche a tutti i lavoratori del privato. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dato mandato agli uffici guidati dal sottosegretario Roberto Garofoli di studiare ogni aspetto della materia, raccogliendo anche le osservazioni di sindacati e imprese, perché non si può sbagliare. Poi la valutazione finale si farà al tavolo politico, con la convocazione (potrebbe arrivare tra mercoledì 15 e giovedì 16 settembre) di una cabina di regia del governo.

Le richieste della Lega

Al tavolo la Lega potrebbe presentare le sue richieste, come l'estensione a 72 ore della validità dei tamponi e l’istituzione (un primo via libera del governo c’è) di un fondo per indennizzare chi abbia subito danni dal vaccino. C’è anche tra i leghisti chi propone per la pubblica amministrazione il pass solo per chi stia allo sportello. Ma i governatori leghisti - interviene Attilio Fontana, dopo Massimiliano Fedriga e Luca Zaia - spostano l’asse del partito verso una linea convintamente pro-green pass, a dispetto dei dubbi più volte espressi da Matteo Salvini e di una nutrita fronda parlamentare. Ecco perché c'è cauto ottimismo, nel governo, che l’estensione annunciata da Draghi passi senza grosse frizioni.

Il confronto con il premier

+La cabina di regia, è l’ipotesi di queste ore, potrebbe essere preceduta da un incontro del premier, che con decisione ha indicato la via dell’estensione dell’obbligo, con il segretario leghista. Chi si schiera convintamente sulla linea pro-vaccini è il segretario del Pd Enrico Letta, pronto a sostenere anche una eventuale decisione del governo di introdurre l’obbligo vaccinale. Su questa linea il ministro della Salute Roberto Speranza e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che annuncia il via alla terza dose di vaccino nella sua Regione. «Dobbiamo completare la campagna vaccinale per rendere il nostro Paese totalmente libero: senza i 10 milioni che mancano all’appello non ce la faremo contro le varianti», dichiara con voce ferma il segretario Enrico Letta, dal palco della Festa dell’Unità di Bologna, tra gli applausi dei militanti. «Da qui la nostra comunità - aggiunge il leader del Pd - dà un messaggio al Paese: il vaccino è libertà. Chi non si vuole vaccinare è contro l’altrui libertà e non può essere premiato. Chi è ambiguo su green pass e vaccinazioni è contro la salute degli italiani ed è contro le imprese e i lavoratori». Destinatari del messaggio sono Salvini e Giorgia Meloni, anche in vista del voto alle amministrative di ottobre: i voti con la linea pro vaccini - è la scommessa del Pd - si guadagnano, non si perdono.

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