L’estensione dell’obbligo di green pass, a partire dai dipendenti pubblici, e la legge sulla concorrenza, con la messa a gara anche delle concessioni di balneari e ambulanti. Sono i prossimi passi cui lavora Mario Draghi, nel solco della road map tracciata e che punta a interventi incisivi. Ma Matteo Salvini già minaccia di mettersi di traverso, si allarma per le prime indiscrezioni sulla rottura del tabù «Bolkestein», con le gare per spiagge e bancarelle. «Opposizione a oltranza», annuncia, e insieme «barricate» contro il superamento di quota 100 sulle pensioni.
L'obbligo del green pass
Non è escluso che già la prossima settimana l’obbligo di green pass venga esteso a tutti i lavoratori, del pubblico e del privato, ma il sottosegretario Roberto Garofoli sta guidando a Palazzo Chigi il lavoro di approfondimento anche giuridico sul tema, raccogliendo le osservazioni di sindacati e imprese, perché l’imposizione di un obbligo generalizzato presenta diversi aspetti problematici.
A inizio settimana si farà un punto, poi a metà della settimana potrebbe riunirsi la cabina di regia per assumere le decisioni. Ma è probabile ad oggi che si procederà per step e giovedì in Consiglio dei ministri vada l’obbligo di green pass per i dipendenti pubblici e per i settori, dalla ristorazione alle palestre, nei quali c’è obbligo di pass per i clienti.
Il braccio di ferro
Contro queste misure l’ala più critica della Lega potrebbe tornare a farsi sentire in Parlamento, nei voti sul primo decreto green pass al Senato e sul secondo decreto legge, quello che riguarda le scuole e i trasporti, alla Camera. Ma dalla sua il governo ha il «partito del Nord» e l’ala più governista, come testimonia un’intervista di Luca Zaia al Corriere della Sera. «Salvini pensi quello che vuole ma la via è tracciata», dice il ministro della Salute Roberto Speranza, tornando a evocare l'obbligo vaccinale. «Il punto di equilibrio è Draghi e a lui spetta l’ultima parola», dichiara Giancarlo Giorgetti. Ma aggiunge, difendendo con pragmatismo la linea d’attacco del segretario, che «facendo pressing si vincono le partite».
Il fronte della concorrenza
Il fronte più caldo potrebbe presto spostarsi sulla concorrenza, la legge attesa a luglio e poi annunciata da Draghi per settembre, che fa parte delle riforme «abilitanti» del Recovery plan. La Lega ha fatto pervenire a Palazzo Chigi l’auspicio di rinviare di qualche settimana, per evitare impatti del provvedimento sulle amministrative. Ma dal governo osservano che il provvedimento rientra nella road map del Pnrr e non ci si può arrestare per motivi elettorali. Dunque, non è escluso che la legge vada in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Di sicuro, assicurano fonti governative, il presidente del Consiglio, dopo avere recepito le indicazioni dell’Antitrust, vuole un intervento incisivo, che includa i due temi dei balneari e degli ambulanti oggetto da anni di procedure d’infrazione europee. Si starebbe lavorando alla messa a gara, tenendo però conto dell’esigenza di contemperare alcuni aspetti che riguardano i piccoli concessionari, con clausole di tutela sociale e la previsione di corsie preferenziali per chi detenga una licenza di lunga data.
Le spiagge della polemica
Basterà a Salvini? Non dalle prime dichiarazioni: il leader leghista accusa del tentativo di «blitz» il Pd per «svendere le spiagge, le concessioni ma la Lega si opporrà, ovunque e comunque». Mentre Maurizio Gasparri, da Forza Italia, si rivolge a «qualche professore-consulente» di Palazzo Chigi, affermando che le «norme ostili» non passeranno. Ma il tema è sul tavolo e, osservano dal Pd, la levata di scudi ha per ora solo un sapore elettorale. Per dirimere la matassa servirà probabilmente un tavolo politico, anche perché sul tavolo ci sono temi elettoralmente altrettanto spinosi come la messa a gara dei servizi pubblici locali che spesso le amministrazioni preferiscono gestire in house, ma anche le concessioni per le dighe, che interessa in particolare le Regioni del Nord a guida leghista.
La delega fiscale
Tutta politica è anche la discussione in corso sulla delega fiscale, attesa entro la fine del mese insieme alla nota di aggiornamento al Def, e che avvierà un intervento in più step di riforma del fisco. L’idea di partenza sarebbe quella di destinare le non illimitate risorse di quest’anno - 3 miliardi circa - al superamento dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. Ma anche su questo tema, promette battaglia chi da sinistra chiede che i fondi vengano destinati ancora al taglio delle tasse sul lavoro.
Quota 100
Infine, quota 100. Il Pd è favorevole a superare il meccanismo di pensionamento anticipato e puntare su un intervento che guardi ai lavori usuranti. Salvini annuncia barricate. Un intervento ponte ci sarà, trapela dal governo, ma la discussione è tutta aperta. A Draghi il compito di sbrogliare la matassa.
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