Sul tema dei migranti «so bene che molti paesi sono frenati da preoccupazioni elettorali contingenti ma così si finisce per affidare la gestione del fenomeno agli scafisti e ai trafficanti di esseri umani». A lanciare l'allarme è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rispondendo alle domande di alcuni studenti al seminario per l’80' anniversario del Manifesto di Ventotene.
«E' come se si rinunziasse alla responsabilità di spiegare alle pubbliche opinioni che non è ignorando il fenomeno che lo si governa. Il fenomeno c'è, non è ignorandolo che si cancella o si contrasta, ma serve senso di responsabilità - ha proseguito il capo dello Stato - bisogna spiegare che non tra un secolo ma tra venti-trent'anni la differenza demografica sarà tale da dar vita a un fenomeno migratorio scomposto che non si limiterà ai paesi di confine ma giungerà in tutto il continente fino ai paesi scandinavi». Dunque per Mattarella anche alla Unione europea conviene governare il fenomeno migratorio «con regole di accessi legali e controllati».
Il presidente ha sottolineato come «in Europa si parla di confini esterni dell’unione, si è anche costituita un’agenzia, il Frontex, ma il tema non è mai diventata materia veramente comunitaria. Siamo riusciti a fare politiche condivise di resilienza contro il covid, la distribuzione centralizzata dei vaccini di cui va dato atto alla Commissione, ma è singolare che si è riusciti per il covid che non è materia comunitaria e non si è fatto altrettanto per le migrazioni. Questa lacuna non è all’altezza delle aspirazioni, del ruolo, della responsabilità della Ue».
Secondo Mattarella serve «un dialogo collaborativo con altre parti del mondo per governare insieme questo fenomeno della migrazione perché solo una politica di gestione comune dell’immigrazione può evitarci di essere travolti da un fenomeno incontrollabile».
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