Stop ai ricoveri ordinari in Sicilia per consentire ai direttori generali delle Asp, degli ospedali e delle aziende ospedaliere universitarie di riconvertire ancora una volta i posti letto per destinarli ai pazienti Covid.
La scelta è affidata ai singoli manager che, in questi giorni, hanno tenuto uno stretto collegamento con l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza: le indicazioni sono di dimettere i malati che possono essere curati a casa e di trasferire gli altri nei reparti non Covid che sono stati individuati dalle varie strutture sanitarie. Si tratta di un piano abbastanza complesso che ha costretto molti ospedali siciliani a sospendere i ricoveri programmati per non intasare la trasformazione dei posti letto che dovranno essere destinati ai contagiati: l’operazione è già in corso anche se non tutti sono partiti allo stesso momento.
A Palermo, infatti, il Policlinico ha rinviato i day hospital e l’arrivo di nuovi pazienti per almeno una settimana per ripristinare 88 posti, di cui 8 di terapia intensiva: saranno garantiti solo i ricoveri d’urgenza, cioè dal pronto soccorso, e i casi clinici che potenzialmente possono aggravarsi rapidamente. La direzione dell’ospedale Civico del capoluogo sta lavorando per riattivare 91 posti Covid in Medicina anche perché 23 dei 26 posti Covid attualmente disponibili sono occupati mentre all’ospedale di Partinico il blocco dell’accettazione dei ricoveri riguarda per adesso il servizio di Psichiatria e di Pediatria dove entreranno in funzione 28 posti di area medica Covid.
Tre mesi fa un migliaio di posti utilizzati per l’emergenza Covid, tra ordinari e di terapia intensiva, furono riconsegnati alla sanità ordinaria dopo il calo dei positivi: adesso le esigenze si sono ribaltate ed entro domani le aziende ospedaliere dovranno comunicare di essere ritornate alla stessa disponibilità di letti Covid dello scorso marzo. Il dubbio è che questa decisione possa essere legata alla necessità di non cambiare colore: la soglia di saturazione, che sancisce il passaggio dalla zona bianca a quella gialla, è stata oltrepassata ma con l’aumento dei contagi, e quindi dei ricoveri, a preoccupare è l’eventualità che la Sicilia finisca in arancione.
La Regione ha smentito la ricostruzione puntando il dito contro i no-vax e sottolineando di agire «con estremo scrupolo nell’esclusivo obiettivo di fronteggiare la crescita dei contagi da Covid-19 e consentire a chi lo necessita di essere curato in maniera appropriata – si legge in una nota -. Non c’è nessuna circolare “svuota ospedali”, come sostenuto da qualcuno, poiché le dimissioni dei pazienti dai reparti per essere curati a domicilio vengono effettuate secondo criteri definiti dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi regionali e riportati nel parere del Comitato Tecnico Scientifico regionale. Piuttosto la Regione sta adottando un criterio di precauzione nel riportare le disponibilità di posti letto ai parametri di marzo, non per sfuggire alle restrizioni imposte dai colori ma per fronteggiare le richieste di ricoveri, visti i comportamenti sociali poco attenti al rispetto delle regole di prevenzione e l’alto numero di turisti che affollano l’Isola».
Per l’assessore Razza «se si aumentano i posti letto, ritornando ai livelli di marzo, lo si fa perché si vede crescere il numero dei contagiati e quindi ci guida il principio di precauzione. Se non lo avessimo fatto, con questa crescita di ricoverati, saremmo probabilmente stati accusati del contrario».
Di certo a pagarne le conseguenze potrebbero essere i pazienti delle altre patologie che rischiano di essere dimessi e di non trovare spazio, così come era avvenuto nella prima fase della pandemia. «Si stanno chiudendo i reparti non Covid per riconvertirli in Covid – lancia l’allarme il presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, Toti Amato - Abbiamo il timore concreto che le cure ordinarie, non Covid siano nuovamente marginalizzate e che aumentino le difficoltà dei malati».
Ma l’accelerazione per riaprire i reparti Covid e l’invio della circolare con cui il direttore generale dell’assessorato alla Salute, Mario La Rocca, ha definito i nuovi parametri per la dimissione di pazienti ricoverati a causa del virus, non ha convinto il sindaco di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo, referente siciliano di Azione di Carlo Calenda che attacca: «Una decisione dettata più da esigenze politiche che da valutazioni scientifiche di tutela sanitaria. Siamo davanti ad una circolare che forse vorrebbe dare una mano a evitare la zona gialla ma che di fatto crea grave imbarazzo tra il personale sanitario e sopratutto non tutela i pazienti Covid». Critico anche il deputato siciliano di Leu, Erasmo Palazzotto: «Posti in terapia intensiva che si moltiplicano non appena si rischia il cambio di colore. Un film già visto a novembre 2020 quando la Sicilia rischiava la zona rossa e che si ripete adesso alle soglie del giallo».
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