Da oggi i referendum e le leggi di iniziativa popolare si possono firmare online, non solo ai gazebo. A partire da quello sull'eutanasia legale che è in corso e promosso, tra gli altri, dall’associazione Luca Coscioni. Ad annunciarlo è l’associazione stessa, che rivendica la novità insieme a Mario Staderini, ex segretario dei Radicali, dopo una battaglia politico-giudiziaria durata due anni. La svolta arriva con un emendamento approvato negli scorsi giorni all’unanimità dalle commissioni Affari costituzionali e Ambiente per la raccolta firme per i referendum on line tramite identità digitale (Spid) e carta d’identità elettronica. In attesa del piattaforma governativa che sarà pronta da gennaio 2022, l’associazione Coscioni lancia la propria piattaforma in vista del referendum sull'eutanasia che entro il 30 settembre dovrà raccogliere almeno 500.000 firme. Dopo l’ok delle commissioni e la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, «la firma digitale da oggi è finalmente realtà. Si tratta di una decisione storica di una riforma epocale che offre la possibilità di firmare online referendum e leggi di iniziativa popolare», si legge in una nota dell’associazione. Si ricorda, inoltre, che la raccolta firme in formato digitale «è una pratica comune in quasi tutta l’Unione europea e in alcuni paesi, come per esempio la Germania, ora anche in Italia, grazie a una pressione politica che ha trovato un prima vera svolta nel 2019 con il caso Staderini-De Lucia, quando le Nazioni unite hanno condannato la Repubblica italiana per violazioni del Patto internazionale sui diritti civili e politici, a causa degli ostacoli alla raccolta delle firme sugli strumenti di democrazia diretta: i ricorsi hanno imposto all’Italia di rimuovere gli 'irragionevoli ostacoli' alla raccolta firme previsti da una legge del 1970, ben prima della nascita del web». Di recente - continua la ricostruzione - «una lettera al ministro Colao sottoscritta da oltre 3000 cittadini a firma del co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, Marco Gentili (attivista politico malato di Sla che si è esposto in prima linea anche con sit-in sotto il ministero e appelli attraverso il sintetizzatore vocale grazie al quale si esprime), il lavoro in Parlamento del deputato Riccardo Magi che ha convinto i colleghi a firmare prima e approvare poi l'emendamento». Per Staderini è «una riforma storica, una vittoria per chi crede che la democrazia sia per tutti. Con la firma digitale il referendum torna ai cittadini, che potranno raccogliere le firme senza dover chiedere permesso ai partiti». Soddisfatto anche Gentili: «Con il digitale si supera il meccanismo discriminatorio dell’autentica, oltre che gli ostacoli previsti da una legge di oltre 50 anni fa, come la vidimazione dei moduli e le procedure vessatorie per la certificazione delle firme, e si evita, qualora dovesse peggiorare la situazione sanitaria, di dover uscire di casa per fare politica».