Atteso prima per la fine del 2019 e poi per il mese scorso, il maxi bando da 1.034 posti nei centri per l’impiego non è mai arrivato in Gazzetta Ufficiale. E il primo effetto di una lunga serie di intoppi e ritardi è la perdita di 30 milioni che dovevano servire al pagamento del primo anno di stipendio ai neoassunti. Dunque la Regione vede svanire quasi un terzo del budget che lo Stato ha messo a disposizione nel 2019: 100 milioni che dovevano essere sufficienti per assumere 648 funzionari della categoria più alta (la D) e altri 487 della medio alta (la C). Il totale fa 1.135 posti ma già i primi ritardi, dovuti alla pandemia, avevano fatto scendere le assunzioni a 1.034. La Regione aveva annunciato di essere pronta a pubblicare il bando a fine giugno. Ma un ritardo di alcuni giorni nella firma della convenzione con l’agenzia che dovrebbe curare l’assistenza tecnica ha costretto a riscrivere i testi da capo. Ciò perché ai primi di luglio è entrata in vigore una norma nazionale, firmata dal ministro Brunetta, che ha cambiato radicalmente le regole per le selezioni pubbliche: saltano le preselezioni a quiz e viene meno anche la valutazione dei titoli professionali. Una mossa che fa perdere vantaggio a navigator, ex sportellisti e personale dei vecchi enti di formazione. Si è arrivati così a fine luglio. Ma neanche in questo mese il bando, riscritto, è stato pubblicato. «L’intoppo ora è dato dal fatto che - spiega l’assessore al Lavoro, Antonio Scavone - una direttiva del presidente della Regione impone di non affidarsi più al Formez per l’assistenza. E dunque dobbiamo cercare altri enti o agenzie che ci aiutino». La Regione attende infatti oltre 200 mila domande e tutta la fase preparatoria andrebbe gestita col supporto di un ente esterno. Nel frattempo però il governo nazionale si è ripreso i primi 30 milioni: il budget stanziato prevedeva infatti che fra la seconda metà del 2020 e il 2021 ci fossero già i neoassunti e invece non sarà così. Dunque le quote non spese tornano nel bilancio statale. Scavone si difende: «È un taglio che ha subito la quasi totalità delle Regioni. Le assunzioni sono infatti previste in tutta Italia ma nessuno ha fatto in tempo a completare i concorsi. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro col governo nazionale per pianificare una rimodulazione delle risorse». I sindacati però sono sul piede di guerra: «Il bando non è arrivato e questa è l’unica certezza. Poco importa che anche altre Regioni abbiano perso i soldi - esordisce Giuseppe Raimondi della segreteria regionale Uil -. I veri motivi del ritardo sono causati dal fatto che la Regione ha evitato di fare delle scelte nella predisposizione delle clausole temendo di favorire o sfavorire qualche categoria. La conseguenza è che i lavoratori degli enti di formazione e gli ex sportellisti che speravano di partecipare restano disoccupati mentre la Regione perde soldi». È un allarme che coinvolge anche Cgil e Cisl, che nei giorni scorsi hanno protestato perché «nonostante le numerose richieste d’incontro si continua a fare a meno di confronto e concertazione escludendo i sindacati dalla scrittura dei provvedimenti».