Le minacce all’Italia e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, riportate da al-Daba, organo propagandistico del Daesh, non rappresentano una novità, ma vengono attentamente vagliate dalla nostra intelligence secondo cui da un lato, aumentano il livello di rischio per i connazionali e per gli interessi italiani che si trovano nelle aree dove agiscono gli estremisti dell’Isis e, dall’altro, potrebbero 'attivare' qualche lupo solitario presente nel nostro Paese, desideroso di guadagnarsi il rispetto del mondo jihadista. Secondo l’intelligence italiana, attualmente il Daesh focalizza quale terreno di scontro il Sahel, un’area dove alcuni paesi europei, Italia compresa, hanno accolto la richiesta della Francia di partecipare ad una nuova coalizione. Un teatro in cui la minaccia è presente e si è già manifestata con attacchi a contingenti internazionali; ma la minaccia esiste anche al di fuori, sebbene non sia costituita dall’organizzazione, bensì da singoli elementi, spesso isolati e nemmeno organicamente riconducibili al Daesh, desiderosi di ritagliarsi in qualche modo un ruolo. L’attenzione è dunque alta nel monitoraggio di soggetti auto-radicalizzati o con difficoltà ad integrarsi nel tessuto sociale nazionale, i cosiddetti lupi solitari self-starter. Fonti di intelligence chiariscono che non vi sono elementi concreti di minaccia, soprattutto nei confronti di target di alto livello, anche istituzionale, né vi sono notizie di reti o network terroristici strutturati all’interno dei nostri confini, ma bisogna essere consapevoli che l’impegno nel Sahel potrebbe esporre l’Italia a possibili azioni ritorsive.