La reclusione in carcere, per i reati di diffamazione, fatti salvi i casi di "eccezionale gravità", è incostituzionale. Lo ha stabilito la Consulta ieri e il giudice dell’esecuzione Giuseppe Miceli, del tribunale di Agrigento, ha rimesso in libertà l’avvocato ed ex esponente politico Giuseppe Arnone. L’ex consigliere comunale e presidente regionale di Legambiente negli anni Novanta, un mese e mezzo fa era finito in carcere per scontare un cumulo di pene, che sarebbe scaduto il 24 gennaio, per diffamazione.
Il tribunale di sorveglianza gli aveva revocato i benefici della semilibertà per delle presunte violazioni delle prescrizioni. La Corte costituzionale, tuttavia, ha dichiarato incostituzionale la pena detentiva per i reati di diffamazione e il giudice, al quale si sono rivolti i difensori di Arnone, gli avvocati Daniela Principato e Raimondo Tripodo, ha sospeso l’efficacia esecutiva delle due sentenze.
Il caso sarà nuovamente esaminato il 28 settembre alla luce del deposito integrale della decisione della Consulta. Nel frattempo, in serata, Arnone ha lasciato il carcere di Enna ed è tornato un uomo completamente libero.
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