Dopo lungo braccio di ferro, arriva in Consiglio dei ministri il decreto per il reclutamento: previsti concorsi pubblici in 100 giorni e le prime assunzioni per l'attuazione del Recovery plan. Il premier Mario Draghi blocca le richieste arrivate da quasi tutti i ministri, frena il tentativo di allargare le maglie del provvedimento e farne il veicolo per un'infornata di migliaia di nuovi dipendenti pubblici.
E limita il decreto legge elaborato dal ministro Renato Brunetta, che sarà in Cdm questa mattina, a un gruppo minimo di assunzioni già previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e che servono subito per avviarne la "messa a terra": 350 persone per la rendicontazione finanziaria, 1.000 esperti da attribuire alla regioni per le semplificazioni, oltre 16mila assunzioni per l'ufficio del processo. Con i team per la digitalizzazione, le assunzioni presso i ministeri potrebbero arrivare a circa 500.
La fumata bianca arriva al termine di una cabina di regia convocata in serata dal premier Mario Draghi, con i rappresentanti di tutti i partiti di maggioranza. Con l'approdo in Cdm, senza ulteriori slittamenti, del decreto per il reclutamento, si pone il terzo pilastro per avviare l'attuazione del Pnrr italiano, quando (si spera da luglio) inizieranno ad arrivare le prime risorse (gli altri due pilastri sono la governance e le semplificazioni). In Cdm arriva anche il provvedimento ponte per l'assegno unico, che su iniziativa del ministro Elena Bonetti farà partire a luglio la misura per le famiglie che oggi non hanno accesso a sostegni, a partire dagli autonomi e i disoccupati, per poi estendere l'assegno a tutti nel 2022.
Quanto al decreto sul reclutamento, il criterio scelto per il provvedimento sulla P.a., ossia quello di attenersi alle linee guida dell'Ue e finanziare con il Recovery solo le assunzioni strettamente connesse al piano, scontenta molti nel governo e lascia malumori sottotraccia: la speranza di diversi ministeri, insofferenti per il rafforzamento degli uffici della Ragioneria dello Stato, era aumentare da subito i propri organici. Ma il reclutamento di risorse nelle amministrazioni e nei dicasteri per la realizzazione dei progetti del Pnrr arriverà solo in un secondo momento, in relazione alle opere da finanziare e con la verifica dell'effettiva necessità di quelle risorse, che saranno comunque a carico del bilancio dello Stato.
I ministri Elena Bonetti e Andrea Orlando in cabina di regia sollevano il tema della parità di genere: per i privati esisterà il vincolo ad assumere almeno il 20% di giovani e donne, perché non introdurre uguale vincolo per la Pa? Brunetta si dice d'accordo a studiare un meccanismo. Ma non si può fissare una quota, si introdurrà più probabilmente la previsione di commissioni ad hoc per verificare l'equilibrio generazionale e di genere.
Oltre al primo round di assunzioni il decreto fissa le regole - semplificate e rapide, ma sempre concorsuali - per il reclutamento a tempo determinato (fino al 2026) del personale che attuerà i progetti e quelle per il conferimento degli incarichi professionali. Con la digitalizzazione, si punterà a concorsi da chiudere in 100 giorni. Inoltre arriverà un portale unico per l'incontro tra domanda e offerta di lavoro pubblico, dove saranno pubblicati i bandi delle pubbliche amministrazioni sia per i concorsi ordinari che per il Pnrr e dove saranno inserite banche dati con i curricula di alte professionalità, anche in collaborazione con gli ordini professionali, sul modello Linkedin.
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