Giuseppe Conte vuole arrivare "entro questo mese" alla tanto attesa rifondazione del Movimento. "Ora siamo pronti. Abbiamo una carta dei principi e dei valori, un nuovo statuto, una piattaforma di voto alternativa: a giorni avremo i dati degli iscritti, perché non può che essere così, ci sarà un grande momento di confronto pubblico e poi si voterà". Ecco riassunto il crono programma. In un’intervista al Fatto Quotidiano, il prossimo leader del M5 assicura di aver risolto tutti i nodi in sospeso per garantire la partenza del neo-Movimento: c'è la piattaforma nuova e ci saranno a breve anche i dati degli iscritti necessari per far votare la base sul nuovo impianto organizzativo e la sua leadership. Non scioglie invece il nodo della questione che, per molteplici aspetti, interessa i parlamentari e non solo: la permanenza del tetto ai due mandati. La scelta, promette, sarà il risultato di un dibattito e di un voto degli iscritti, con un punto di partenza: "il doppio mandato non è attualmente nello Statuto e quindi non sarà nel nuovo Statuto". E non smorza i toni sulla sfida in corso con Davide Casaleggio che accusa di aver operato una "pressante ingerenza nelle scelte politiche" del Movimento. Ma la "cortesia" è immediatamente ricambiata da Rousseau che ormai non fa passare un giorno senza rintuzzare le mosse dei 5 Stelle. "Conte leader M5s? Ignoro che idee abbia, per ora ha solo mediato tra M5s, Pd e Lega. Non si è mai intestato una battaglia politica. Vediamo quali sono le sue proposte e se è il caso di condividerle" dice intervistato da La7. Di prima mattina, inoltre, fa partire dalla sede milanese di Via Morone la consueta lettera indirizzata ai parlamentari per ricordargli la scadenza mensile dei versamenti alla piattaforma. Non è una "svista" ma un modo per sottolineare che formalmente nulla è cambiato: che il M5s e Rousseau sono legati indissolubilmente da Statuto e da accordi legali che ancora non sono stati sostituiti. Né Davide Casaleggio intende cedere sulla questione della lista degli iscritti: ha infatti reso noto che anche il curatore speciale nominato dal Tribunale di Cagliari gli ha chiesto la lista degli iscritti, e che quindi la questione è talmente poco definita che sono addirittura due i soggetti che reclamano di avere titolo per accedere ai dati. A Casaleggio guardano poi i deputati e senatori espulsi dal Movimento per non aver votato la fiducia a Draghi: una trentina di loro si sta organizzando per dare vita ad un Gruppo parlamentare che si collochi visibilmente all’opposizione. Nel progetto, che punta far confluire in un nuovo contenitore anche gli "ex che si sono riuniti nella componente L’Alternativa c'è e a cui guardano anche Barbara Lezzi e Nicola Morra, potrebbe esserci anche la presentazione di liste per le amministrative. Intanto in Parlamento i 5 Stelle si accapigliano sul Ponte sullo Stretto e in una interminabile riunione su zoom mettono sul 'patibolo' Giancarlo Cancelleri, l’esponente siciliano e sottosegretario alle infrastrutture responsabile della "fuga in avanti" a nome del Movimento sulla contestatissima opera. La via d’uscita sembrava trovata con l’avvio di un tavolo di lavoro per esaminare "senza preconcetti ideologici" i pro e i contro dell’opera, ma a fine riunione deputati e senatori si sono ribellati: "ma quali tavoli, esistono le Commissioni parlamentari!". Fatto sta che ora la firma del M5s è scomparsa da quel "Patto per il Ponte" sottoscritto trasversalmente da tutte le forze politiche: "Tutti hanno firmato e abbiamo appreso dalla stampa che anche il M5s sta valutando" dice l’animatore dell’intesa sottoscritta il 7 maggio a Villa San Giovanni, l'azzurro Marco Siclari. ANSA