Sotto traccia la trattativa è già iniziata. Da giorni nel governo regionale è maturato un certo ottimismo sulla possibilità di modificare il patto che è stato firmato a gennaio e che, fra le altre cose, impedisce di fatto le assunzioni alla Regione Siciliana. A gennaio Palazzo d’Orleans - scrive Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola - ha firmato col vecchio governo Conte un patto che impone di tagliare significativamente la spesa corrente. In cambio Roma ha autorizzato la Sicilia a spalmare in 10 anni un maxi disavanzo nei vecchi bilanci che altrimenti doveva essere ripianato in 3 anni: mossa che ha svincolato 421 milioni con cui Musumeci e l’assessore all’Economia Gaetano Armao hanno messo a punto la Finanziaria 2021. Ma quel patto, appunto, vieta del tutto i concorsi nella fascia dirigenziale e li limita al minimo dei posti disponibili per le fasce dei funzionari. L’assessore alla Funzione Pubblica, Marco Zambuto, sta provando a riaprire una trattativa con Roma. Zambuto, forzista, conta anche su un canale di dialogo privilegiato con il ministro Brunetta, forzista anch’egli, che sui concorsi sta puntando a livello nazionale. I contatti fra i ministeri sono scattati la scorsa settimana e in quella che inizia oggi Zambuto conta di discutere del caso proprio con Brunetta. Tre le richieste che la Regione ha già messo per iscritto. La prima è lo sblocco delle cosiddette risorse assunzionali: il budget utilizzabile per il turn over, che l’accordo di gennaio azzera per la dirigenza e dimezza per il comparto.