Le liste sono quasi pronte ma il punto di equilibrio tra i partiti non è stato ancora trovato. Eppure, diverse fonti di governo spiegano come la giornata di lunedì potrebbe essere il D-Day per i sottosegretari del governo Mario Draghi. Segno di un’accelerazione che il premier - che ha passato il sabato a Roma al lavoro - intenderebbe dare nelle prossime ore ad una partita complicata dalle tensioni non solo in maggioranza, ma anche nei partiti. L’occasione potrebbe quindi essere il Consiglio dei ministri che si terrà lunedì alle 9.30 e sarà, di fatto, il primo Cdm operativo del governo Draghi. Con un dossier cruciale subito sul tavolo: quello di un nuovo decreto sulle misure anti-Covid. Decreto che arriva dopo la riunione dei governatori del pomeriggio, dove non è emersa una linea unica. A Draghi spetterà sciogliere il nodo se fare, come chiedono i «rigoristi», dell’Italia un’intera zona arancione. E poi c'è la partita del «sottogoverno». La lista dei tecnici, visto il pressing dei partiti per entrare nell’esecutivo, rispetto al disegno iniziale si è notevolmente ridotta. A un tecnico potrebbe essere affidata la delega all’Editoria mentre quella ai Servizi potrebbe tenerla il premier. Anche al Mef potrebbe essere inserito un profilo terzo, per reggere «l'urto» dei sottosegretari politici: Laura Castelli (5S), Antonio Misiani (Pd), Gilberto Pichetto Fratin (Fi), Massimo Bitonci (Lega). Per i restanti dicasteri c'è un dato innanzitutto: nessuno dei ministri del Conte II farà il sottosegretario. Con una possibile eccezione, Enzo Amendola. In ballo, in teoria, c'è la delega agli Affari Europei o la Farnesina. Con Luigi Di Maio, inoltre, potrebbe andare l’azzurro Valentino Valentini, il leghista Paolo Formentini. Manlio Di Stefano e Marina Sereni puntano alla riconferma. L’outsider potrebbe essere Benedetto Della Vedova di +Europa. Alla Giustizia puntano M5S e Fi, innanzitutto con, rispettivamente, Francesca Businarolo e Francesco Paolo Sisto. Ma anche Pd e Iv reclamano spazio. Il Viminale è il faro della Lega, che potrebbe portare all’Interno il salviniano Nicola Molteni o Stefano Candiani. Carlo Sibilia (M5S) e Matteo Mauri (Pd) potrebbero completare la squadra. «La Lega vuole esserci», ribadiscono in serata fonti del partito spiegando di non aver fatto nomi a Draghi ma elencando, uno ad uno, i ministeri dove vogliono un ruolo: oltre all’Interno, il ministero della Transizione Ecologica, le Infrastrutture, l’Agricoltura e l'Istruzione. Il dicastero guidato da Cingolani potrebbe essere approdo del pentastellato Stefano Buffagni mentre al Mise Alessia Morani punta alla riconferma e nel Movimento Mirella Liuzzi e Carla Ruocco risultano tra le più quotate. Sempre tra i pentastellati, come new entry possibili, avanzano Guilda Sportiello (al Sud), Barbara Floridia e Alessandra Maiorino mentre in Forza Italia «reclamano» spazio Anna Grazia Calabria, Andrea Mandelli (alla Sanità,) e Stefania Prestigiacomo. Tra le riconferme viaggiano in pole Giancarlo Cancelleri (al Mit) e Pier Paolo Sileri nel M5S, come anche Angelo Tofalo alla Difesa. Nel Pd pesa la questione delle «quote rosa», oggetto della direzione convocata per giovedì. Ma a dispetto di quanto reclamato dalla minoranza Dem difficilmente la partita dei sottosegretari si chiuderà solo dopo la riunione del Nazareno. Nel frattempo, la senatrice Valeria Valente lancia una proposta: costruire una corrente Dem femminista. «E' ora di mettersi in gioco», sottolinea. E, nei quadri di partito in gioco c'è il ruolo di vice segretario.