Il Covid è stata la sfida principale con cui si è dovuto misurare Lorenzo Guerini, confermato alla guida del ministero della Difesa. Nell’ultimo anno, più delle missioni internazionali, le Forze armate sono state impegnate soprattutto nella lotta al Coronavirus e Guerini ha gestito la trasformazione dello strumento militare in una sorta di struttura 'parasanitaria' che ha messo a disposizione caserme, uomini, mezzi e reclutato medici e infermieri per contrastare la pandemia. Covid a parte, Guerini è stato attivo sia sul versante dell’industria della Difesa - nelle settimane scorse ha siglato con Svezia e Gb un accordo per lo sviluppo del nuovo sistema aereo avanzato Tempest, destinato a sostituire l’Eurofighter - e delle relazioni internazionali, consolidando i rapporti con i tradizionali partner europei, della Nato e, soprattutto, con gli Usa. Dunque un’attività governativa piuttosto intensa, che si è accompagnata a quella politica in senso stretto, essendo Guerini uno dei leader (con Luca Lotti) di Base Riformista, la corrente ex renziana del Pd che esprime il maggior numero di parlamentari. Ex presidente del Copasir, il Comitato parlamentare sui Servizi, Guerini - nato a Lodi nel 1966 - è laureato in Scienze Politiche. Assicuratore di professione, ha militato tra gli anni '80 e '90 nella Democrazia Cristiana ed è stato presidente della sua Provincia nel 1995. Dopo due mandati fu eletto sindaco di Lodi in quota Margherita e nel 2012 è stato eletto come deputato con il Pd. Fin dai tempi dell’Anci, quando Guerini era sindaco, ha consolidato i suoi rapporti con Matteo Renzi, all’epoca primo cittadino di Firenze. E’ da sempre considerato, nel suo partito, un abile mediatore e 'tessitorè di compromessi, abilità che gli sono valse l’appellativo di 'Arnaldò, in considerazione delle riconosciute qualità dell’ex segretario Dc, Arnaldo Forlani. Prima di essere eletto presidente del Copasir nel 2018, Guerini - già deputato - aveva assunto ruoli nella segreteria nazionale del Pd. Nel febbraio del 2014 affiancò il presidente del Consiglio incaricato Renzi durante le consultazioni istituzionali per la formazione del nuovo governo, compreso il faccia a faccia che l’ex premier ebbe con Beppe Grillo. Tra il 2014 e il 2017 è stato vicesegretario del Pd assieme a Debora Serracchiani.