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Daniele Franco, chi è il nuovo ministro dell'Economia del governo Draghi

Daniele Franco - Economia

E' Daniele Franco il nuovo ministro dell'Economia e Finanze. Per lui si tratta di un ritorno in via XX settembre. Esperto di conti pubblici, attuale direttore generale di Bankitalia, è stato Ragioniere Generale dello Stato, un ruolo dal quale ha svolto un ruolo di garanzia.

Il suo curriculum garantisce a Draghi competenza e rigore professionale, e conoscenza capillare dei meandri e dei meccanismi del bilancio pubblico e di una pubblica amministrazione da semplificare.

Ma è innegabile che l'arrivo di Franco, un uomo sempre cortese, pacato e attento a mantenere un basso profilo, segna in qualche modo un 'tornante' culturale: la rivincita dei 'tecnici' dopo la lunga stagione, seguita al Governo Monti, in cui la parola d'ordine della politica era, appunto, il 'primato della politica'. Una rivincita di alcune istituzioni, a partire dalla Banca d'Italia, da sempre risorsa di uomini 'riserve della Repubblica' pronte a venire in soccorso quando la politica va in tilt.

E la rivincita personale di Franco, suo malgrado al centro di un tourbillon politico che, a cavallo fra il 2018 e 2019, lo vide lasciare con amarezza la carica di Ragioniere generale dello Stato quando un messaggio privato dell'allora portavoce del premier Conte finì sui giornali esponendolo ad accuse insultanti. Quando la sua Ragioneria, cane da guardia di saldi e coperture finanziarie, vide incrinarsi il rapporto col Governo gialloverde ansioso della 'bollinatura', e l'allora vicepremier Luigi dichiarò a suo proposito "non dico che non mi fido ma non è nemmeno il mio migliore amico" sottolineando, appunto, il "primato della politica".
L'esperienza di Franco, veneto classe 1953 di Trichiana, nel bellunese, è a tutto tondo: dopo la laurea, master in economia in Gran Bretagna, poi una carriera, scandita da incarichi accademici, fra Bankitalia, dagli esordi dopo la laurea al rientro con Draghi Governatore, la Commissione europea dove è advisor della DG Affari economici, la collaborazione con la Bce. Fino alla nomina a Ragioniere generale dello Stato, nel 2013, e nel 2019 l'arrivo ai vertici di Bankitalia e, dal 2020, la nomina a numero due del Governatore e la presidenza dell'Ivass.

Le sue idee il potenziale ministro dell'Economia o sottosegretario a Palazzo Chigi le ha ribadite in un intervento alla Giornata mondiale del risparmio, lo scorso novembre.
Un'Italia che già "fatica strutturalmente a crescere" colpita duramente - specie nei settori come turismo o ristorazione - da una pandemia in cui "è difficile rovesciare le aspettative" perché il problema sono i contagi. Con un debito pubblico che andrà ridotto con "molta continuità" perché gli interventi della Bce non dureranno per sempre. E una crescita da recuperare puntando su giovani, istruzione, investimenti, innovazione: un programma tagliato apposta per l'esecutivo Draghi.

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