La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della “riforma” del codice degli appalti in Sicilia. E il Pd attacca il governo regionale. "La pronuncia della Corte costituzionale sugli appalti non ci sorprende per nulla. La solita leggina in salsa siciliana è stata bocciata nettamente dal giudice del leggi. E’ l’ennesimo flop del governo Musumeci che, senza scrupoli, pensava di lucrare il voto di qualche piccolo imprenditore edile”, dichiara il segretario regionale del Partito Democratico della Sicilia, Anthony Barbagallo. “Insomma, un governo che anziché risolvere i problemi - prosegue Barbagallo - genera confusione, contenziosi e risarcimenti del danno. Mandando letteralmente in tilt il sistema, le stazioni appaltanti, i comuni e le imprese. Il Pd ha votato contro in commissione ed in Aula all’Ars, lamentando l’ evidente illegittimità della norma. Musumeci, giunto al quarto anno di legislatura, dovrebbe concentrarsi di più per governare la Sicilia – conclude il segretario regionale dem -, ascoltando anche i suggerimenti che provengono dall’opposizione, anziché pensare solo agli annunci e alle conferenze stampa che ricordano tanto passerelle d’altri tempi”. Sul caso interviene anche il parlamentare regionale del Pd Antonello Cracolici: "Mi auguro che colui che dai banchi del governo regionale ha gettato nel caos la Sicilia, creando un grave danno alle imprese ed al funzionamento della pubblica amministrazione, rassegni le dimissioni", commenta. La pronuncia della Consulta sulle norme contenute nella legge regionale 13 del 19 luglio 2019 in materia di appalti risale a qualche giorno fa. Il provvedimento era stato impugnato dal Consiglio dei ministri davanti alla Corte costituzionale.