«Ogni ora che passa, per quanto mi riguarda, si aggiungono ragioni su ragioni per dire no a Draghi». Alessandro Di Battista torna a far sentire la propria voce a proposito della natura del prossimo, possibile, esecutivo. Tema evocato un po' da tutti i leader, non ultimo, ieri, Giuseppe Conte. «Si dice 'non sarà un governo tecnico ma un governo politico'. Benissimo. Allora ragioniamo di politica», dice l’ex deputato M5s che su Facebook rivolge un nuovo, articolato, attacco a Draghi, alla sua potenziale maggioranza e alle misure che potrebbe mettere in campo. «Governo politico - è il cuore del ragionamento di Di Battista - è una parola che non ha alcun senso in questo scenario. Cosa c'è di Politico nel governare con Pd, Leu, Forza Italia, Più Europa, Centro Democratico e, probabilmente, Lega Nord? Ci sarà qualche 'politicò dentro. Un numero, tra l’altro, decisamente inferiore a quel che si immaginano molti sostenitori del sì a Draghi. Ma di politico - ribadisce - non vi sarà nulla». «Draghi, nei primi mesi di luna di miele concessa da una pubblica opinione stremata da un anno di pandemia, si dedicherà al piano vaccinale e a mettere nero su bianco un Recovery gradito ai potentati che lo incensano. Nulla più. Poi, senza colpo ferire, si farà eleggere Presidente della Repubblica. D’altro canto non avrebbe mai accettato - osserva - senza questa garanzia. A quel punto ci si renderà conto che il 'governo dei migliori' come già viene definito, era solo l’inizio della restaurazione». Insomma, «un film già visto» e «opporsi a questo scenario - è il messaggio che arriva dal 'frontman' dell’ortodossia M5s - è l’unica scelta, propriamente politica, che si possa fare».