Governo, mossa di Conte che telefona a Renzi ma resta il gelo: oggi giorno decisivo con M5s al Colle
Una telefonata è l'ultimo contatto tra Conte e Renzi. A fare la mossa è il premier dimissionario che prima invia un messaggio al leader di Italia Viva e poi lo chiama. Una telefonata auspicata da tanti dentro Iv e sollecitata anche da molti esponenti di Pd e M5s. Ma le distanze sembrano rimanere. Ed è un ostacolo insormontabile in vista del Conte ter, perchè al momento una maggioranza senza Italia viva non c'è. Renzi lo sottolinea durante il colloquio, con battute sugli appelli ai responsabili: "Ti toccherà diventare vegano...", gli dice con riferimento al senatore Lello Ciampolillo. I due parlano a lungo, anche se per Conte non è l'unica telefonata della giornata: sente tutti i leader della maggioranza, incluso Ricardo Merlo del Maie. E alla fine sui colloqui a Palazzo Chigi resta il massimo riserbo. Ma con Renzi, anche giudicare da quello che la delegazione Iv dice a Mattarella, non sembrano sparire le distanze. E i sospetti. Un veto reciproco, almeno all'apparenza, non c'è. Ma al Quirinale Renzi dice no a Conte. E' un no "per ora", annotano i Dem e anche i Cinque stelle che al rientro a Iv in maggioranza potrebbero aprire nelle prossime ore. Ma la verità, dice un deputato di Iv, è che "Renzi un Conte ter non lo vuole più. Lavorerà per un altro premier".
LE IPOTESI
Visto il no "per ora" a Conte, a questo punto salgono le quotazioni di un mandato esplorativo a un terzo, una figura istituzionale che provi a ricomporre i cocci della maggioranza e verifichi se sul nome di Conte ci si possa ritrovare. E' una ipotesi: ogni decisione spetta a Sergio Mattarella. Ma nei corridoi parlamentari già si fa il nome di Roberto Fico. Potrebbe essere lui il pacificatore. Ma c'è chi già teme che Renzi, per sparigliare e mettere in difficoltà il M5s, indichi proprio il presidente della Camera come possibile premier o altra personalità del M5s o del Pd. E' una ipotesi che non esiste, è la convinzione che serpeggia in casa Pd e M5s. La convinzione è infatti che non ci sia alternativa al premier uscente: è l'unico collante dei gruppi parlamentari. Anche di quelli di Italia viva, se è vero che - osserva Andrea Orlando - il senatore di Rignano li ha tenuti finora uniti con la scelta dell'astensione. Se Renzi dirà no al premier uscente, saranno i suoi a spaccarsi. A quel punto, potrebbero aprirsi le condizioni di una maggioranza con un pezzo di Iv e senza il suo leader, che finora non si è riusciti a creare. Se proverà a bruciare Conte del tutto, ci sono le elezioni. E il voto converrebbe all'avvocato, che è ora il volto dell'alleanza progressista e antisovranista, non al leader di Iv che rischia di non raggiungere il 3%. Il leader di Iv, ovviamente, dissente. Innanzitutto sul voto anticipato. L'alternativa è un governo istituzionale a cui già dà la disponibilità. Potrebbero aprire, è la convinzione, non solo Forza Italia, ma anche la Lega. Ma il primo schema del senatore fiorentino è il "modello Ciampi": un premier politico con un ministro dell'Economia tecnico, una personalità come Mario Draghi. Il presidente del Consiglio potrebbe essere Fico (come possono i Cinque stelle dire no?) che libererebbe la presidenza della Camera per Dario Franceschini o un esponente di destra, in chiave - ipotizza una fonte di centrodestra - di 'pacificazione'. Fantascienza? Si vedrà. Ma chi sente Renzi dopo il colloquio con Conte non legge tra le sue parole segnali di un riavvicinamento. "No al Conte ter", dice al Quirinale. Per ora, è la postilla. Ma la strada resta strettissima.
IL QUIRINALE
Dopo due giorni di consultazioni ancora non si è materializzata una maggioranza né un nome ed è quindi fondamentale il colloquio tra il presidente Sergio Mattarella e la delegazione della prima forza parlamentare di questa legislatura, cioè i Cinque stelle. Troppo presto quindi per tirare le somme di una situazione che resta complicatissima e che fa riemergere lo spettro dello scioglimento delle Camere. Ove ci fosse, da parte M5s, un "mai con Italia Viva" sarebbe chiaro che non c'è una maggioranza, se invece ci fosse un'apertura verso i renziani, allora il presidente potrebbe prevedere una seconda apertura temporale, con un incarico esplorativo. Si tratta comunque di una valutazione che verrà fatta nelle prossime ore, infatti, viene spiegato, negli incontri del presidente Mattarella non si è mai parlato né di incarico esplorativo né tantomeno di incarico esplorativo al presidente Fico.