Lunedì 25 Novembre 2024

Ciampolillo e Nencini, chi sono i due senatori che salvano il governo Conte in extremis

Lello Ciampolillo

Con meno di 155 voti a favore per Conte sarebbe stata più dura proseguire l'avventura di governo. Con i 156 ottenuti in Senato, invece, l'esecutivo va avanti anche se sul filo del rasoio. Importanti, ma arrivati tra le polemiche, i voti dei due senatori Lello Ciampolillo, ex parlamentare del M5s, e Riccardo Nencini di Italia viva. Entrambi hanno votato la fiducia al governo all'ultimo secondo, quando la presidente Casellati si apprestava a chiudere la votazione. Momenti di tensione, il voto viene bloccato. Alla fine, a Ciampolillo e Nencini grazie alla prova tv viene concesso di votare, e lo fanno a sostegno del governo. Protestano Lega e FdI, che annunciano si appelleranno al Colle. Ma chi sono Ciampolillo e Nencini? Il primo, nato a Bari il 2 febbraio 1972, è un ex grillino. Alle elezioni amministrative del 2009 è stato il candidato del Movimento 5 Stelle per la carica di sindaco di Bari dove ha ottenuto lo 0,4% dei consensi. In Senato è stato eletto nel 2013, diventando membro della VIII Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) e successivamente di quella per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Nel 2018 è stato rieletto a Palazzo Madama. Un anno fa viene espulso dal partito al termine dell'istruttoria sui mancati rimborsi. Riccardo Nencini Riccardo Nencini, invece, è un senatore toscano del gruppo Psi-Iv. Intellettuale, scrittore, appassionato di ciclismo. E' stato segretario del Psi, ma anche governatore della Toscana ed eurodeputato. La sua storia politica, dunque, è ricca di tappe. Nel 2013, eletto senatore, è stato nominato viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti da Renzi e riconfermato poi da Gentiloni. Nel 2018, candidato nella colazione di centrosinistra con una lista che univa socialisti, Verdi e prodiani, è stato rieletto a Palazzo Madama. Si è poi affiancato a Italia Viva, dando così una mano a Renzi in Senato per poi prenderne le distanze col voto di fiducia a Conte.

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