Il Mes sta infiammando il dibattito politico nelle ultime ore. Per Matteo Renzi il voto parlamentare sul Salva-Stati non riserverà sorprese, ma in caso contrario, "è naturale che il presidente del Consiglio si dovrebbe dimettere". Lo dice il leader di Italia Viva in un’intervista con La Stampa. Quello del rimpasto di governo per l'ex premier è un "tema chiuso" dopo l’aver "sentito Conte dire, nel giorno in cui abbiamo avuto mille morti che lui dispone dei migliori ministri. Io ne prendo atto". Quanto a durare fino al 2023 "non so. Se questa è la squadra non ci giurerei, ma magari sarò smentito".
"Non potete portare Conte al patibolo, serve responsabilità": è invece l’avvertimento lanciato da Luigi Di Maio ai 'ribelli' non ha placato i malumori in M5s, nonostante le rassicurazioni dei vertici che al Fondo salva stati nessuno vuole accedere. Oggetto del contendere, nella lunga assemblea notturna dei gruppi parlamentari, è stato infatti il fondo Salva-Stati, su cui in mattinata era intervenuto anche Beppe Grillo.
E c'è chi non esclude che, mercoledì prossimo, sulla risoluzione di maggioranza - che verrà presentata dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, riguardo al prossimo Consiglio Ue - ci sia qualcuno, fra i pentastellati, che possa sfilarsi dal voto, pronunciandosi contro o non partecipando. Tanto alla Camera, quanto al Senato. Potrebbero essere dai 5 agli 8 deputati e dai 4 ai 6 senatori, secondo quanto ventilano alcuni, anche se allo stato non c'è ancora niente di deciso
"Chi non voterà" la risoluzione, ha ammonito il ministro degli Esteri, "voterà contro il Presidente del Consiglio dei Ministri e il suo governo che viene in aula a chiedere la fiducia del Parlamento per andare in Europa anche a trattare lo sblocco dei fondi del Recovery fund. Lo trovo francamente folle e irresponsabile".
Il no al Mes "è fermo -ha poi rassicurato - Mercoledì in aula non si voterà per accedere al Mes. E’ una bugia. Il Presidente del Consiglio al summit europeo si dovrà esprimere sulla riforma. Una riforma che io stesso ho definito peggiorativa e che andava fermata anni fa. Ma i numeri per essere approvato in Parlamento non ci sono", ha poi sottolineato.
"Magari il 9 dovesse crollare il governo, sarebbe un liberazione per gli italiani". È la segreta speranza di Giorgia Meloni, la presidente di Fratelli d’Italia, che in un’intervista a Il Messaggero osserva che "se il M5S cede anche sul Mes avrà raggiunto l’obiettivo storico di tradire il cento per cento delle sue promesse», quindi «o crolla Conte o crolla M5s". E per Meloni "delle due, l’una" spezzando un a lancia in favore della seconda ipotesi, e che cioè crolli il Movimento di Grillo.
Meloni poi aggiunge che "dire di sì alla riforma del Mes significherebbe consegnare definitivamente la sovranità italiana ai diktat europei e utilizzare i soldi degli italiani per salvare le banche tedesche". Quanto a Forza Italia, Meloni osserva: "Se si guardano i fatti, nonostante le lusinghe della sinistra, ha agito ogni volta correttamente" anche se "questa sorta di soccorso è ciò che spera sempre la maggioranza".
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