Stop alle polemiche per interessi di parte, ma collaborazione per far ripartire l'Italia. Questi i punti focali del discorso del presidente Sergio Mattarella nel corso dell'assemblea dell'Anci.
"Le modalità di questa assemblea sono anch'esse un segno delle difficoltà che stiamo affrontando, ma al tempo stesso esprimono la comune volontà di andare avanti, di contrastare l'epidemia, di consolidare le reti di reciproca solidarietà, di porre le basi per la ripartenza del nostro Paese".
"Dobbiamo far ricorso al nostro senso di responsabilità - ha proseguito -, per creare convergenze e collaborazione tra le forze di cui disponiamo perché operino nella stessa direzione. Anche con osservazioni critiche, sempre utili, ma senza disperderle in polemiche scomposte o nella rincorsa a illusori vantaggi di parte, a fronte di un nemico insidioso che può travolgere tutti. La libertà rischia di indebolirsi quando si abbassa il grado di coesione, di unità tra le parti. E' questa la prima responsabilità delle istituzioni democratiche, a tutti i livelli, e questa è la lezione che la pandemia ribadisce con durezza".
"Questo virus è ancora in parte sconosciuto, ma, tra gli altri aspetti, ci rendiamo conto che tende a dividerci - ha detto -. Tra fasce di età più o meno esposte ai rischi più gravi, tra categorie sociali più o meno colpite dalle conseguenze economiche, tra le stesse istituzioni chiamate a compiere le scelte necessarie - talvolta impopolari - per ridurre il contagio e garantire la doverosa assistenza a chi ne ha bisogno. Il pluralismo e l'articolazione delle istituzioni repubblicane sono e devono essere moltiplicatori di energie positive, ma questo viene meno se, nell'emergenza, ci si divide".
"Nessuno si lasci ingannare dal pensiero "a me non succederà": questo modo di pensare si è infranto contro innumerevoli casi di disillusione, di persone che la pensavano così e sono state investite dal coronavirus. Abbiamo dovuto - e dobbiamo tuttora - purtroppo piangere la morte di tante persone; di ogni età, anche tra i giovani. E non dobbiamo dimenticarcene, per rispetto nei loro confronti".
"In questa occasione, desidero dunque rivolgere - questa volta attraverso i sindaci - un nuovo appello ai nostri concittadini affinché ci si renda conto, tutti, della gravità del pericolo del contagio; che sta investendo l'intera umanità, ovunque, mettendo in difficoltà e bloccando la normalità della vita in gran parte dei paesi di tutti i Continenti".
"In questi giorni i Comuni possono ricorrere al potere sindacale di ordinanza prevedendo disposizioni più puntualmente legate alle condizioni del loro territorio rispetto a quelle nazionali o regionali. La salute è un diritto fondamentale. Il dovere di tutelarla richiede che non si esiti ad assumere le decisioni necessarie. Proprio muovendo da questa esigenza si manifesta il bisogno di un più stretto raccordo fra i livelli di governo impegnati a fronteggiare l'emergenza; così da non pregiudicare la coerenza complessiva delle azioni e delle strategie poste in essere".
"Le difficoltà hanno provocato incomprensioni, che talvolta hanno reso ruvide le relazioni tra i diversi livelli di governo. Il principio di leale collaborazione istituzionale, che i Comuni conoscono bene e praticano - a partire dalla stessa Anci - resta la direttrice su cui ricostruire costantemente le linee efficaci per superare la crisi in atto, rifuggendo dalla tentazione di lasciare ad altri le responsabilità delle decisioni più difficili. La cooperazione e l'assunzione di responsabilità sono apprezzate dai cittadini e generano fiducia, perché tutti sanno che una partita come questa si vince solo insieme e nessuno può pretendere di avere ragione da solo".
"La pandemia ha modificato i ritmi della nostra vita, ha inciso su tempi e luoghi di lavoro e con essi sull'uso di spazi e infrastrutture, pensati e costruiti per altre esigenze. Appartiene alla Repubblica saper leggere i segni dei mutamenti, e saper creare i percorsi affinché gli obiettivi di libertà, giustizia, coesione sociale, che la Costituzione ci affida, trovino applicazione nel tempo nuovo. Dobbiamo essere protagonisti del cambiamento, e non succubi".
"L'innovazione coinvolge, e coinvolgerà sempre più, anche i centri maggiori, le metropoli che sono agli snodi delle reti principali. Sempre più la qualità della vita, dell'aria che respiriamo, del lavoro che facciamo nostro, del tempo che liberiamo, incideranno sugli stessi indici di sviluppo. Così come già accade per la tutela della salute, che richiede rafforzamento della medicina territoriale, sostegno alla ricerca, crescita nella cultura della prevenzione e stili di vita più sani".
"L'Unione europea si sta assumendo responsabilità importanti in questo passaggio storico e finalmente si mostra, come in altri momenti di crisi del Continente, all'altezza dei suoi compiti.Il Recovery Plan segnerà i prossimi anni. I Comuni dovranno essere parte importante di questa ripartenza che può restituire alle giovani generazioni opportunità che rischiavano di venir meno".
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia