Ristori, pronti i fondi per nuove zone arancioni e rosse: via ai bonifici per 200mila partite Iva
Il governo fa i conti con nuove zone arancioni e rosse e tiene la calcolatrice in mano per garantire i ristori alle attività colpite. A tre giorni dall'ok del Consiglio dei ministri arriva la "bollinatura" del decreto Ristori bis che individua in tutto 130 categorie da fare accedere a circa 1 miliardo di contributi a fondo perduto, mentre lascia disponibili fin da subito circa 400 milioni per l'ingresso di altre Regioni in zona arancione o rossa. E sulle casse del governo pesano le nuove zone di rischio. Mentre il ministro della Salute Roberto Speranza firma le nuove ordinanze già partono i calcoli per valutare se le risorse saranno sufficienti a ristorare tutti: al ministero dell'Economia spetterà di vigilare - è scritto esplicitamente nel decreto - perché le spese non superino i limiti di deficit autorizzati dalle Camere per quest'anno. Se i fondi spostati da un capitolo all'altro (è il caso del miliardo e duecento milioni recuperato dai fondi non spesi per accelerare il pagamento dei debiti della P.a.) non dovessero bastare c'è già chi pensa a un decreto Ristori 3, cercando altri risparmi di spesa nelle pieghe del bilancio, e chi punta invece a un nuovo scostamento. Intanto arrivano i primi bonifici sul conto corrente di oltre 200mila partite Iva, in gran parte bar e ristoranti, previsti dal decreto Ristori 1, che già dovranno essere integrati con le previsioni del Ristori bis. Il meccanismo messo in campo infatti è complesso, anche se in gran parte automatico. Intanto la prima lista dei danneggiati con accesso al primo decreto Ristori viene allungata e ricomprende una ventina di attività in più - dai musei ai corsi di danza: a questi andranno tra il 50% - è il caso degli internet point e di rosticcerie e pizzerie al taglio - e il 400% - le discoteche, circa 1.500 quelle interessate secondo l'Istat, non sempre con risultati brillanti ma comunque tra i 15 settori più in sofferenza insieme a terme, catering, cinema, parchi divertimento, guide turistiche, palestre, teatri, bar e gelaterie. Questi ultimi se si trovano in zona arancione o rossa avranno diritto a un ristoro maggiorato del 50%, passando al così al 200% come i ristoranti. Stesso upgrade anche per gli alberghi che sono la categoria a ricevere i maggiori vantaggi dal nuovo decreto: oltre al ristoro che diventa doppio nelle zone più colpite dalle restrizioni, gli alberghi delle zone rosse potranno anche sospendere il versamento di Iva, ritenute e trattenute di novembre, come le attività costrette a chiudere. Nelle zone rosse tutti avranno anche la sospensione per un mese del versamento dei contributi. Per lo stop ai versamenti il decreto stanzia 549 milioni, altri 35 per la sospensione degli acconti di novembre per tutti i soggetti Isa delle zone rosse indipendentemente dalle perdite di fatturato, 234 milioni per il credito d'imposta al 60% per tre mensilità di affitto (ottobre-dicembre) e 38 milioni per il ristoro ai Comuni per la cancellazione per le attività delle zone rosse della seconda rata Imu. Una cinquantina di milioni va invece agli aiuti alle famiglie che avranno i figli a casa da scuola con la didattica a distanza già alle medie: i dipendenti potranno prendere congedo al 50% per tutta la durata della Dad se il lavoro non si può fare in smart working, mentre gli autonomi (gestione separata Inps, artigiani e commercianti) potranno chiedere altri 1000 euro di bonus babysitter, che non si potranno utilizzare però questa volta per retribuire i familiari, come i nonni. Il nuovo provvedimento, che sarà assorbito nel decreto Ristori 1 nell'esame in Parlamento, prevede anche processi penali d'appello in camera di consiglio senza parti in presenza e sospensione dei termini di prescrizione e custodia cautelare quando ad esempio non si possono sentire testimoni causa limitazioni Covid. In più si concede ossigeno alle strutture sanitarie private ma accreditate con il Servizio sanitario nazionale, che potranno ricevere fino al 90% del budget assegnato anche se hanno fatto meno visite ed esami del previsto perché le Regioni hanno sospeso l'attività ordinaria. Il decreto sulle cartelle, invece, è stato assorbito, sempre al Senato, dall'ultimo decreto Covid: tra le novità la proroga fino ad aprile 2021 della validità di carte d'identità e patente in scadenza durante l'emergenza.