Martedì 26 Novembre 2024

Il Viminale: "Più controlli contro gli assembramenti". E torna l'ipotesi lockdown, 15 novembre data cruciale

Il centro di Palermo affollato domenica scorsa

Le immagini delle grandi città affollate, con strade e parchi pieni di gente che passeggia, ha indotto il Viminale a intervenire. Controlli "più serrati" per evitare gli assembramenti nei fine settimana, anche attraverso una serie di iniziative da concordare con i sindaci sulla base degli strumenti previsti dall'ultimo Dpcm che consentono la chiusura di strade e piazze. Lo prevede una circolare inviata dal capo di Gabinetto del ministro dell'Interno Bruno Frattasi ai prefetti. L'invito è di convocare d'urgenza i comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica al fine di programmare gli interventi. "Nel recente fine settimana, in diverse località del Paese - scrive il Viminale - si sono registrate situazioni di particolare assembramento, in occasione delle quali è stata anche riscontrata una percentuale non irrilevante di inosservanza dell'obbligo di utilizzo delle mascherine". All'orizzonte la chiusura di strade e piazze ritenute a rischio. Provvedimenti che secondo quanto indica il Viminale possono avvenire "attraverso un contingentamento degli accessi, secondo un principio di proporzionalità" o attraverso ordinanze dei sindaci di "chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro", come previsto dal decreto legge del 16 maggio convertito nella legge 74 del 14 luglio 2020. Intanto, però, torna sul tavolo del governo l’ipotesi estrma del lockdown generalizzato che finora è stato decisamente escluso. I medici pressano ormai da giorni affinchè l'esecutivo abbia il coraggio di prendere un provvedimento duro ma secondo loro necessario per fermare l'evoluzione dell'epidemia. Al momento si ragiona sull'eventualità di sospendere alcune attività commerciali, che hanno ottenuto deroghe nelle zone rosse. Il premier Giuseppe Conte è cauto e intenzionato a non sconvolgere subito il sistema delle zone rosse, arancioni e gialle. Dunque vuole aspettare gli effetti che le misure dell'ultimo Dpcm potrebbero portare. L’obiettivo del governo è arrivare al 15 novembre, data considerata cruciale per tracciare un primo bilancio.

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