Giovedì 19 Dicembre 2024

Coronavirus, Miceli a Musumeci: "Su cosa basa la richiesta di deroghe al Dpcm?"

Carmelo Miceli

"Quali sono le evidenze scientifiche in forza delle quali - stando alle cronache giornalistiche - ritiene che la condizione del sistema sanitario siciliano sia tale da legittimare una richiesta di deroga al DPCM del 24 ottobre scorso in tema di misure restrittive e, nello specifico, in tema di misure contenitive quali quelle della chiusura degli esercizi commerciali alle 18?". Così sui social Carmelo Miceli, deputato Dem e e responsabile nazionale Sicurezza nella segreteria del Pd, che diffonde la lettera pubblica scritta al presidente della regione Siciliana Nello Musumeci. "La domanda, Caro Presidente, per quanto semplice, merita una risposta articolata e dettagliata, non fosse altro per implicazioni che porta con sè sotto diversi profili, primo tra tutte quello della nostra salute" continua Miceli. "Un maggior numero di posti letto in terapia intensiva dedicati ai malati covid? Francamente non mi pare, visto che, come da Lei stesso dichiarato ieri ai TG, 'Anche in Sicilia dobbiamo prepararci al peggio. Servono sempre più posti letto per i positivi bisognosi di cure e sempre più posti di terapia intensiva per chi è in grave difficolta”. Magari un minor tasso di contagio nell’Isola? Ci piacerebbe molto, ma a dire il vero, appena ieri si è appreso dall’Ufficio Statistica del Comune di Palermo che il tasso di contagio siciliano è dello +53% rispetto alla scorsa settimana!" si chiede Miceli. "Allora la disponibilità di un maggior numero di tamponi che si stanno facendo 'a tappeto' e che stanno consentendo di scovare gli asintomatici e rallentare il contagio? Sfortunatamente neanche questo, visto che le cronache nazionali continuano a dare la Sicilia come fanalino di coda d’Italia per numero di tamponi ogni 100.000 abitanti (940 in Sicilia contro 1.840 di media nazionale, cioè poco più della metà!). E allora ne sono certo, Presidente, sarà semplicemente per una minore percentuale di casi di positivi che finiscono in terapia intensiva? Nemmeno questo, visto che la percentuale siciliana (0,90) è quasi il doppio di quella nazionale (0,50)! Che altro allora, Presidente? Su quali basi scientifiche poggia questa Sua importante ed eclatante richiesta? Su niente Presidente! Diciamocelo serenamente, la richiesta di deroga da Lei annunciata (oltre ad essere un atto tecnicamente inesistente e irricevibile) altro non è che l’ennesima, squallida, operazione mediatica per tentare di creare nei siciliani il convincimento che il Governo nazionale voglia immotivatamente affamare le imprese siciliane. La sua richiesta, altro non è che l’ennesimo irresponsabile tentativo di dare corso ad uno squallido e immorale scontro istituzionale, per dimostrare che Lei ha a cuore i Siciliani più di ogni altro (salvo poi, come accaduto con l’ordinanza estiva sugli sbarchi, essere smentito su tutta la linea)" prosegue Miceli. "Si lasci dire, Caro Presidente, che, dinanzi alla gravità oggettiva della situazione siciliana (fallimento delle USCA; mancanza di tamponi; mancanza di gestione di ciò che viene rilevato; mancanza dei posti ordinari e di terapia intensiva; aumento esponenziale dei contagi; ecc. ecc), un Governatore dotato di un minimo di serietà e scrupolo, non esisterebbe un minuto a concordare con il Governo Nazionale misure per la Sicilia ancora più restrittive di quelle contenute nel DPCM. Un Governatore Serio e scrupoloso non ci penserebbe neanche due volte a disporre un lockdown immeditato e a tempo (15 gg), accompagnandolo con una campagna mediatica volta a spiegare ai siciliani che la migliore e più utile misura economica, oggi, alle condizioni date, è rallentare i contagi, perchè se non rallentiamo i contagi domani saremo costretti a un lockdown lunghissimo che farà morire tante aziende. Un Governatore serio e scrupoloso, Caro Presidente, tutto questo lo farebbe insieme, non contro i siciliani; insieme, non contro il Governo nazionale".

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