Beni culturali, lettera a Musumeci: "Custodi al lavoro h24 senza strumenti, sbagliato attaccarli"
Custodi dei beni culturali al lavoro 24 ore su 24, senza strumenti, senza risorse, facendo fronte a mille difficoltà e a carenza di risorse. Per questo è un errore attaccarli come ha fatto il presidente Musumeci. È il senso della lettera aperta scritta da Giuseppe Di Paola, del coordinamento regionale Beni culturali del Sadirs. “Abbiamo ascoltato – scrive - in questi giorni le sue esternazioni in merito al lavoro svolto dal proprio personale in servizio nei beni culturali, in particolare ci ha colpito il riferimento al personale che svolge la propria opera nei musei nelle aree archeologiche, impegnato in turni che spesso coprono le 24 ore. Questo personale impiegato in maniera continuativa tutti e 365 giorni dell’anno, ha permesso sino ad oggi che in Sicilia non si verificassero furti, incendi o altri incidenti possibili in mancanza di una vigilanza continua, lavoro svolto quasi sempre in mancanza di strumenti tecnologici atti a far fronte a queste emergenze, solo un telefonino personale o un telefono fisso con cui chiamare aiuto in caso di emergenza. Sì, è vero, durante la notte capita di riposare, magari alternandosi con i colleghi, così come accade negli ospedali, nelle caserme dei vigili del fuoco, nelle sale operative, quando magari la notte trascorre tranquilla, magari con un occhio e un orecchio aperti, sicuramente non come quando si dorme nella propria casa accanto a propri cari, anche nelle notti di Pasqua o di Natale, mangiando (perché qualora lo avesse dimenticato la notte si mangia anche, dovendo affrontare 12 ore continuative) qualcosa con i colleghi che alla lunga diventano quasi dei familiari". "Pertanto - scrive Di Paola - stando alle sue esternazioni, noi crediamo che sia veramente da stupidi continuare con questo sistema già rodato e affidabile ma oramai veramente carente, vista anche l’età del personale che oramai da oltre trent’anni svolge tali compiti, e che meriterebbe maggior rispetto e gratitudine, visto che con “2.000 euro al mese si potrebbero sostituire”. Le ricordo che attualmente in molti dei nostri siti è difficile sostituire anche una lampadina. Pertanto con tanta amarezza volevo che lei sapesse come stanno allo stato attuale le cose, e rimaniamo in attesa del grande cambiamento che attraverso la tecnologia possa sostituire chi, con il cuore e con i propri sacrifici, ha custodito e vigilato i Beni culturali di cui la nostra Sicilia è ricca”.