La manovra prende forma, anche se per i dettagli bisognerà aspettare ancora qualche giorno. Ma i punti fermi ci sono già: assegno unico per i figli, conferma del taglio del cuneo fiscale e dello sconto del 30% sui contributi al Sud, aiuti "significativi" per i lavoratori e i settori ancora in difficoltà. I capisaldi della manovra da 40 miliardi dell'era Covid li ha fissati in Parlamento il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. La priorità è continuare a sostenere l'economia per uscire dalla crisi e proseguire con il taglio delle tasse in attesa della riforma dell'Irpef che sarà pronta, assicura il ministro, "dal 1 gennaio 2022". Il governo pensa di varare documento programmatico di Bilancio per Bruxelles e articolato della legge di Bilancio non appena avrà ottenuto il via libera del Parlamento all'utilizzo di extradeficit "per 24 miliardi", che arriverà tra mercoledì e giovedì. Un voto sul filo per i numeri incerti degli assenti per virus (tra contagi e isolamenti fiduciari), ma che si conta di portare a casa e che consentirà di comporre i numeri del bilancio per il prossimo triennio. "Le stime sono prudenti" e i conti sono migliorati anche per i quasi 7 miliardi di tasse versate dai contribuenti nonostante le sospensioni dei mesi del lockdown, ha ricordato Gualtieri ringraziando chi ha pagato nonostante la crisi. In serata il premier, Giuseppe Conte, ha riunito i capidelegazione con i responsabili economici dei partiti e il titolare di via XX Settembre per fare un primo esame politico delle proposte, piovute numerose anche dai singoli ministeri, che hanno rispolverato in parte misure già predisposte per i vari decreti di emergenza. Molti interventi saranno in continuità, a partire dalla proroga della cassa integrazione gratuita per i settori più colpiti dalla crisi, che dovrebbe assorbire 3-4 miilardi. La misura dovrebbe essere ancora più selettiva e rivolgersi in particolare a turismo e ristorazione, legando l'accesso alla Cig Covid ai cali di fatturato. Oltre agli ammortizzatori di emergenza, la manovra dovrebbe riproporre anche un piano di sgravi contributivi per le nuove assunzioni (2-3 miliardi), da rafforzare per i contratti stabili a giovani e donne, che si affiancheranno al rifinanziamento (per circa 5 miliardi) della fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno, che in molti anche in Parlamento chiedono di estendere ad altre aree, a partire dalle province di Latina, Frosinone e Rieti. "Approfondiremo", assicura Gualtieri in audizione sulla Nadef, annunciando che il governo sta valutando anche l'ipotesi di prorogare la moratoria su prestiti e mutui delle Pmi, che attualmente scade il 31 gennaio, e che ha già raccolto istanze per 300 miliardi, cui si aggiungono 88 miliardi di richieste al Fondo di garanzia per le Pmi - che dovrebbe essere rimpinguato - e i 15 miliardi di garanzie emesse da Sace. Per le imprese dovrebbe arrivare anche rafforzamento e proroga del programma Impresa 4.0 (che sarà ribattezzato 'Transizione 4.0') e anche il superbonus al 110% sulle ristrutturazioni green dovrebbe essere prorogato oltre il 2021. Sul fronte fiscale il governo agirà su due filoni: l'aumento degli incassi anche grazie alla compliance ottenuta con il piano 'Italia cashless' (che va rifinanziato per circa 1,2 miliardi per ripristinare i 3 miliardi previsti inizialmente per il cashback). E la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale anche per i redditi tra i 28mila e i 40mila euro, ora finanziato solo fino a fine anno. La riforma dell'Irpef, ha ribadito Gualtieri, passerà attraverso una delega fiscale e sarà operativa dal 2022. Niente fughe in avanti, insomma, anche se con la manovra si procederà intanto a creare un nuovo fondo ad hoc per il taglio delle tasse in cui far confluire tutti gli introiti della lotta all'evasione. Per l'assegno unico, invece, il fondo era già stato creato, facendo confluire le risorse dei vari bonus: andrà alimentato anche con le risorse oggi dedicate a assegni e detrazioni per i carichi familiari e rimpinguato con una dote aggiuntiva che dovrebbe aggirarsi attorno ai 6 miliardi, in attesa che il Senato approvi defitivamente la relativa delega (probabilmente entro novembre). La misura potrebbe però scattare a 2021 iniziato (sul modello già seguito per il cuneo fiscale), per i tempi tecnici necessari a predisporre i decreti attuativi.