"Ho dato mandato all'Ufficio legale della Regione di verificare se esistono le condizioni per procedere con la rescissione del contratto nei confronti della Tim Spa e con la richiesta di risarcimento danni". Lo dichiara il governatore siciliano Nello Musumeci, commentando il rinvio del "click day" del Bonus Sicilia per la concessione di contributi a fondo perduto alle microimprese dell'Isola. Previsto per stamane alle ore 9, l'avvio delle operazioni è stato spostato a giovedì mattina a seguito della richiesta della Tim che ha riscontrato "un’anomalia della piattaforma", chiedendo, quindi, "la sospensione della procedura con riattivazione a 72 ore". "Si tratta - continua il presidente della Regione - di un danno di immagine della stessa azienda e nei confronti dell'amministrazione regionale, ma soprattutto per le decine di migliaia di imprese che, costrette a fermarsi in piena pandemia, dovranno attendere ancora per ottenere le risorse stanziate dal mio governo. Ho già chiesto una relazione dettagliata sull'accaduto ai dirigenti generali regionali dell'Arit e delle Attività produttive, anche per accertare eventuali responsabilità interne. Chi ha sbagliato è giusto che paghi. Nel frattempo, spero che la Tim Spa voglia scusarsi con il suo cliente Regione anche se si è già assunta la responsabilità dell'anomalia riscontrata, in nottata, sulla piattaforma". In una nota la Tim ha fatto sapere che "in relazione alle notizie di stampa odierne relative all’indisponibilità temporanea del servizio di selezione per il finanziamento destinato alle Imprese siciliane, denominato ClickDay, Tim informa di aver sospeso in via cautelativa il servizio per verificare l'efficienza piena delle funzionalità. Il servizio sarà pienamente operativo da giovedì". La società precisa "che grazie a questa azione tutti i dati sono stati protetti". Attiva Sicilia, il gruppo parlamentare all’Assemblea Regionale Siciliana composto da Angela Foti, Matteo Mangiacavallo, Elena Pagana, Valentina, Palmeri e Sergio Tancredi, ha chiesto ufficialmente le dimissioni dell’assessore alle Attività Produttive, Mimmo Turano. “Il flop del clickday è una vergogna che non può avere giustificazioni e che evidenzia l’incapacità di chi è chiamato a gestire il rapporto con le imprese, come se il Covid e i suoi effetti non fossero già abbastanza. L’assessore Turano dovrebbe soltanto mettere le sue cose in una scatola e lasciare il suo posto. Non si può giocare con le esigenze di tutte quelle imprese siciliane a cui tanto è stato promesso e ancora niente è stato dato. L’immagine della Regione esce frantumata da un episodio inaccettabile. Senza considerare che questo scherzetto è costato soldi usciti dalle tasche dei siciliani”. E sul costo del clickday Attiva Sicilia ha pubblicato un post su Facebook di denuncia sulla pagina del gruppo. “Siamo andati a vedere fra le carte, abbiamo scoperto che il sistema è costato ai cittadini un milione e 300 mila euro #flopday". Le accuse di Attiva Sicilia si concentrano anche sull’incapacità di prevenire una emergenza intuibile. "Si sapeva da tempo che con un sistema già discutibile come il clickday il rischio della paralisi informatica era dietro l’angolo. E ancora una volta non si è fatto nulla se non ridicolizzare la reputazione della Regione e trasformare il clickday in un flopday. E’ ora che finisca questa abitudine di diluire le responsabilità o addebitarle a terzi, la responsabilità è di chi regge le sorti dell’assessorato e il presidente Musumeci non può non tenerne conto. Turano per noi è già un ex assessore”.