Venerdì 22 Novembre 2024

Due parlamentari del M5s positivi, il Senato "chiude" per il Coronavirus

Scatta l’allarme coronavirus a palazzo Madama. La notizia di due senatori del Movimento 5 stelle risultati positivi al Covid-19 fa bloccare in via precauzionale tutti i lavori e il Senato 'chiude' i battenti per un giorno, in attesa della sanificazione di alcune sale e di conoscere l’esito dei tamponi a cui si sono sottoposti altri senatori che sono entrati in contatto con i due risultati positivi. Uno dei due senatori positivi al Covid-19 è Francesco Mollame, che su Facebook ringrazia "quanti hanno espresso i loro auguri, quando si sta molto male ed isolato anche un semplice saluto dà forza, non fa sentire soli". Poi confessa di non essere "mai stato così male, questo virus è proprio una gran brutta bestia. Ma ciò che non uccide fortifica...". Ad annunciare sempre via social di essere risultato positivo è anche l’altro senatore M5s, Marco Croatti: "Il tampone che ho effettuato nella giornata di ieri ha dato esito positivo. Per correttezza informo che giovedì ho preso parte all’assemblea dei senatori del Movimento 5 stelle, munito di mascherina e nel rispetto del distanziamento sociale nei confronti dei presenti. Da lunedì pomeriggio sono in quarantena in casa: invito di nuovo tutti voi che mi seguite ad avere massima cautela e a prendere i vari accorgimenti del caso, perchè solo rispettando tutti insieme le indicazioni che ci vengono date potremo avere la meglio su questo virus". Intanto, si rincorrono le indiscrezioni e secondo voci di palazzo ci sarebbero anche tre senatori di altri gruppi contagiati, ma al momento non vi è conferma ufficiale. La notizia dei due senatori pentastellati positivi inizia a circolare a metà mattinata: subito scatta il protocollo contagio e tutti i senatori del gruppo M5s vengono sottoposti al tampone. Poco dopo, è lo stesso capogruppo 5 stelle, Gianluca Perilli, a confermare la positività dei due colleghi: "Due senatori del gruppo Movimento 5 stelle sono risultati positivi al Covid 19 e subito dopo aver appreso l’esito del tampone si sono messi in isolamento domiciliare", spiega. "I senatori M5s che sono entrati in stretto contatto con i due colleghi in queste ore si stanno sottoponendo al tampone e tutto il gruppo parlamentare sta adottando le necessarie misure previste dai protocolli, così come abbiamo sempre fatto fin dall’inizio della pandemia da coronavirus", assicura. Viene quindi sconvocata la commissione Bilancio di palazzo Madama, al lavoro sul decreto Agosto. Ma il rischio della diffusione del virus è alto e in via precauzionale vengono sconvocate tutte le sedute delle commisisoni previste in giornata. Scorrono i minuti e arriva la decisione di mettere in lockdown l’intero palazzo, sempre in via precauzionale, anche per procedere, viene spiegato, alla sanificazione di alcune aule. Il provvedimento, si apprende a Palazzo Madama, vale per oggi, mentre per la giornata di domani verrà fatta una valutazione in base all’esito dei tamponi cui si stanno sottoponendo i senatori. La notizia della positività di due senatori riaccende il dibattito, esploso durante il lockdown, sulla necessità di valutare i lavori a distanza del Parlamento, in particolar modo la possibilità del ricorso al voto a distanza, da remoto. Il primo a sollecitare la ripresa della riflessione è il costituzionalista del Pd, Stefano Ceccanti: "Speriamo che il Senato non si blocchi a causa Covid, ma sarebbe il caso di riprendere il dibattito sul lavoro a distanza del Parlamento, preparando decisioni opportune nel segno della prudenza e del dovere di funzionamento degli organi costituzionali. Prudenza e responsabilità", scrive l’esponente dem. Anche il pentastellato Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, torna a spingere sul tema: "Senato, lavori bloccati per due casi covid. Mi dispiace per i colleghi ai quali auguro pronta guarigione. Ma trovo inaccettabile che la democrazia debba fermarsi. L’avevo detto che il voto da remoto poteva tornare utile", osserva. Già lo scorso marzo, in pieno lockdown, Brescia auspicava una discussione sul voto a distanza nella Giunta per il regolamento.

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