Torna ad alzare la voce sul tema migranti, il presidente della Regione, Nello Musumeci. "Oltre milleduecento (1256) presenze all’hotspot di Lampedusa. Ancora ammassati, di nuovo. Lo Stato ha rivendicato in ogni sede la sua competenza, ma continua a non esercitarla fino in fondo - afferma il governatore -. Segnalo che non mi risulta che nessuno degli interventi segnalati dalla task force regionale sia stato eseguito per adeguare la struttura alla fase di emergenza sanitaria in corso. E anche l’iniziativa diplomatica, di cui ci ha parlato a Roma il ministro Lamorgese, non ha prodotto alcun effetto".
Nelle scorse settimane il Tar aveva accolto il provvedimento del Viminale contro l’ordinanza del governatore che disponeva lo sgombero degli hotspot e dei centri di accoglienza. "Una cosa è certa", prosegue: "Ho il dovere di intervenire. E niente e nessuno potrà intimidirmi o farmi desistere dal dovere di tutelare la salute di tutti".
"Il fenomeno degli sbarchi in Sicilia - aggiunge Musumeci - è affidato al clima, non alla politica. Se c'è brutto tempo si rallenta, con il bel tempo si arriva a flusso continuo. Se non bastassero i barchini, le navi quarantena sono piene di persone portate dalle ong. Anche in questo il governo non ha voluto raccogliere la nostra proposta. Avevamo detto una cosa di buon senso: se la Sicilia deve gestire gli sbarchi autonomi, non può sopportare anche quelli programmati dalle ong, che andrebbero quindi destinati in altri porti europei. Risultato: navi piene e hotspot stracolmi. Con rischio di contagio per chi arriva, per gli operatori e per la collettività".
Sono trascorsi molti giorni dalla sua ordinanza, sottolinea il governatore: "Oggi posso serenamente dire che alle parole non sono seguiti i fatti; che l’Europa non guarda alla Sicilia e al Mediterraneo; e che il governo nazionale preferisce polemizzare con il presidente eletto dai siciliani, piuttosto che avere l’umiltà di riconoscere ritardi e omissioni. Ho il dovere di intervenire e non mi lascerò intimidire".
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