La questione dei due pescherecci italiani sequestrati dalla Libia tiene con il fiato sospeso. Sull'argomento si è espresso il sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello, che invita il Governo ad intervenire e prendere una posizione decisa nei confronti delle autorità libiche. Preoccupato anche il presidente dell'Ars Gianfranco Micciché.
"La pace nel Mediterraneo è un obiettivo che si può raggiungere solo se si interviene su più fronti - dice Martello -, e fra questi vi è certamente quello della sicurezza dei nostri pescherecci".
"Le notizie degli ultimi giorni sono preoccupanti - aggiunge Martello - due imbarcazioni di Mazara del Vallo sequestrate in Libia e un peschereccio di Lampedusa che, da quel che risulta, sarebbe stato speronato da una imbarcazione tunisina. Episodi che si verificano in un momento complesso per ciò che accade nel Mediterraneo, in particolare nelle acque fra la Sicilia e le coste nordafricane. Serve una decisa presa di posizione da parte del governo nazionale, soprattutto del ministro per gli Affari esteri Luigi Di Maio, a tutela dell’incolumità delle nostre marinerie e per la difesa dei loro diritti".
Sull'argomento si è espresso anche il presidente dell'Ars, Gianfranco Micciché. "Mi preoccupa molto l’evoluzione della vicenda del sequestro, da parte dei libici, dei motopescherecci siciliani iscritti al compartimento marittimo di Mazara del Vallo, 'Antartide' e 'Medinea', e dei 18 uomini di equipaggio. Sono trascorsi più di dieci giorni e ancor oggi, di fatto, non si intravede alcuna prospettiva per una veloce e positiva soluzione della questione", ha fatto sapere tramite una nota.
"Da presidente del Parlamento siciliano - aggiunge - seguirò con attenzione gli sviluppi della vicenda che riguarda i pescatori siciliani, le loro famiglie e un’intera comunità, pretendendo dal duo Conte-Di Maio la giusta determinazione nell’intervento che serve per affrontare e risolvere positivamente la delicata questione. Il Mediterraneo, e il Canale di Sicilia in particolare, sono fondamentali per garantire un adeguato sviluppo socioeconomico delle imprese siciliane, non solo di quelle della pesca".
"Occorre un’autorevole e competente politica estera che possa consentire la giusta cooperazione economica tra il nostro Paese e la Libia - conclude Miccichè -. Bisogna riprendere il 'Trattato dell’amicizia', cardine della politica estera dei governi Berlusconi, che mirava a stabilizzare l’intera area, assicurando prosperità economica e integrazione sia al popolo italiano, sia a quello libico".
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