Il Viminale studia la contromossa dopo l'ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci e, salvo sorprese clamorose, la impugnerà.
Sarà un giudice del Tar, come scrive Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola, a decidere se Musumeci può o meno disporre la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza vietando anche il transito dei migranti dalla Sicilia.
Fallita quindi la timida proposta di mediazione: rinviare gli sgomberi di una settimana e agire in modo concordato fra Roma e Palermo. Ieri però alla Regione è circolata con insistenza anche la voce che il Viminale stesse organizzando un ponte aereo per spostare una buona parte dei migranti almeno da Lampedusa. Più probabilmente saranno le due navi quarantena - Aurelia e Azzurra - ad alleggerire a giorni l’hotspot.
In realtà fino a ieri notte - quando è scaduto il termine indicato nell’ordinanza di Musumeci - nulla si è mosso negli hotspot e nei centri di accoglienza. Le forze dell’ordine non sono intervenute. A Lampedusa restano quasi mille migranti, a Pozzallo ce ne sono circa 200. Nel centro di accoglienza di Caltanissetta se ne contano quasi 400, a Messina 350 e a Trapani altri 150.
A Lampedusa la situazione è sempre più incandescente e a complicare le cose ieri ci ha pensato anche il vento. La nave-quarantena Aurelia non è riuscita ad attraccare al porto, rimanendo in rada davanti all'isola. E pare che soltanto domani il vento possa calare e dunque si potrà ipotizzare l'attracco e l'imbarco di una parte dei migranti ospitati nell'hotspot di contrada Imbriacola.
Come annunciato dalla Prefettura di Agrigento, la priorità di imbarco verrà data agli attuali positivi al Covid-19. Di fatto si libererà il padiglione dove queste persone vengono tenute in isolamento.
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