Non si ferma il coronavirus in Sicilia. I numeri parlano chiaro e hanno fatto salire la Sicilia in testa alla classifica delle Regioni con il tasso Rt più alto. Numeri che però non sembrano preoccupare il governatore Nello Musumeci considerata soprattutto la "fonte" esterna dovuta al rientro dei giovani in Sicilia dall'estero e all'arrivo dei migranti sulle coste siciliane.
Musumeci, nell'intervista rilasciata ad Antonio Siracusano sulla Gazzetta del Sud, definisce infatti il fronte migranti come "un’emergenza nell’emergenza, che crea ogni giorno preoccupazione in tutti, cittadini e sindaci, di qualsiasi colore politico. La mia proposta al governo centrale è nota: navi passeggeri in rada per la quarantena e ponte-aereo per l’immediata ricollocazione in altri siti. Gli hotspot sono inadeguati, stracolmi e colabrodo: si scappa con disarmante facilità! Ho detto a Roma di non aprire tendopoli o baraccopoli in Sicilia: già quella di Vizzini è stata giudicata non idonea sul piano igienico-sanitario. Basta improvvisazione sui migranti. Serve rispetto per tutti".
Stessa attenzione richiede ai giovani. Rivolgendosi proprio alle fasce di popolazione più interessate dalla movida ribadisce di: "Divertirsi in sicurezza: questo il nostro slogan. Significa coniugare prevenzione sanitaria e ripresa economica. La Sicilia resta la regione più visitata, in termini turistici. E ne siamo fieri. Ma serve la responsabilità di tutti, clienti e operatori, nel rispettare le regole ed evitare assembramenti. Ho fiducia in loro e spero di dovere evitare ulteriori misure. Dopotutto, su 560 contagiati solo sei sono i ricoverati in terapia intensiva nei nostri ospedali. A fronte di oltre cinque milioni di persone, dunque, non c'è ragione di essere oggi alla disperazione".
Anche i comportamente errati sono tra le fonti di maggiore contagio. Musumeci infatti sottolinea che a non funzionare sia proprio: "La mancanza di paura del contagio e la vigilanza sugli indisciplinati. Ma non è un compito nostro".
A confermare la tesi di Musumeci, quanto spiegato oggi in conferenza stampa dal ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Il problema, per quanto riguarda i migranti, «non sono i numeri degli sbarchi, ma il Covid-19». Secondo il ministro con il coronavirus «c'è necessità di un sistema di tutele sia per le popolazioni che accolgono i migranti sia per i migranti stessi. Chi arriva viene sottoposto a tampone, se emergono dei positivi c'è la difficoltà di organizzare l’accoglienza e la quarantena. Viene praticato il tampone e laddove è positivo la persona deve essere curata mentre gli altri devono osservare un isolamento di 14 giorni». A questo scopo, ha aggiunto, «abbiamo noleggiato due navi per la quarantena e cerchiamo anche altre strutture come caserme».
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