Nove regioni con Rt, l’indice di trasmissione del coronavirus, superiore a 1, in calo rispetto alle 12 della scorsa settimana, e tre con valore zero. Purtroppo, a preoccupare più delle altre regioni, è la Sicilia con l’indice più alto, 1.41, con un’impennata di contagi di nuovi positivi. Secondo l’ultimo bollettino, infatti, i nuovi casi di Covid-19 sono 42, dato che fa salire il numero degli attualmente positivi a 603. “Un aumento senz'altro atteso – commenta l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza - Quando il governo nazionale ha deciso di aprire alla Fase 2 aveva messo in conto che l’aumento dei contatti avrebbe potuto determinare una crescita del contagio. Incide sicuramente il numero dei migranti positivi, un terzo del totale, e anche il numero dei cittadini tornati dalle vacanze all’estero. Tra i focolai, il più importante è legato agli arrivi dal territorio di Malta. Si tratta dunque di un numero significativo, tra migranti e vacanzieri, ovvero il 50% del totale”. Assessore, lei e il presidente Musumeci in testa siete molto critici sulla gestione dei migranti. Potrebbe alla lunga diventare davvero un problema di salute pubblica? "Non ho preoccupazioni dal punto di vista della diffusione di ulteriori focolai. C’è sicuramente un tema legato al numero enorme di soggetti positivi, cosa che ci fa dire che non vengono rispettati i protocolli sanitari. La preoccupazione maggiore è legata al numero e soprattutto al fatto che sia assente un adeguato protocollo sanitario. Tra migranti positivi e fughe, si alimenta sempre più la forte preoccupazione che il fenomeno non sia sotto controllo. È chiaramente un problema di ordine pubblico. In questo momento stiamo chiedendo ai cittadini di fare il massimo per evitare il contagio, ma pensare che sulle nostre coste arrivano persone che non rispettano le regole e che il governo se ne disinteressi è preoccupante". Rischiamo forse un nuovo lockdown? "Va sicuramente evitato. La Sicilia non può permettersi un nuovo lockdown, abbiamo il dovere di far comprendere a tutti i siciliani che adottare regole come il distanziamento sociale o indossare la mascherina significa avere rispetto della condizione economica della nostra regione". Cosa direbbe in questo momento ai siciliani? "Di certo siamo stati i più bravi in Italia e all’appello di restare a casa i siciliani sono stati i più fedeli e i più attenti. Non bisogna disperdere quel tanto di buono che è stato fatto fino a ora. Chiediamo a tutti i cittadini e soprattutto ai giovani maggiore attenzione e conformità alle regole". Quali misure potrebbero esserci a settembre? "A settembre prepariamoci a far convivere il virus con la stagione dell’influenza. Il decreto firmato due giorni fa estende l'obbligatorietà del vaccino a tutto il personale sanitario superiore ai 60 anni. Invito dunque tutte le persone più fragili a fare il vaccino". Come mai in Sicilia si guarisce meno che altrove? "In realtà non si guarisce meno che altrove. In Sicilia abbiamo dimostrato che il sistema ospedaliero e quello del territorio sono cresciuti enormemente in questi anni. Oggi i siciliani si fidano della sanità siciliana, quanto accaduto ha contribuito sicuramente a un aumento della fiducia e questo è un dato sicuramente positivo".