Scuola, lezioni il sabato e turni differenziati: rivolta dei presidi, in salita la ripartenza a settembre
I presidi bocciano le Linee guida per il ritorno a scuola a settembre, sebbene ancora non siano state approvate. E piovono critiche anche da sindacalisti, assessori, parlamentari. LE NOVITÀ. Le regole per la ripartenza scolastica prevedono lezioni anche il sabato, frequenza a turni differenziati, organizzazione della classe in più gruppi di apprendimento, con alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi e dunque anche di diverse età. La didattica a distanza rimane marginale e solo per le scuole secondarie di II grado; la mensa potrà essere organizzata su due o più turni per evitare l'affollamento dei locali e qualora non sia sufficiente, gli enti locali potranno studiare soluzioni alternative come addirittura il consumo del pasto in monoporzioni all'interno dell'aula. Nel testo non si parla di strutture in plexiglass nè di divisori tra gli alunni, si dà ampia attenzione ai bambini della scuola dell'infanzia e si attribuisce un ruolo importante, oltre che all'autonomia scolastica, alle comunità territoriali e al terzo settore anche per prevedere nuovi spazi alternativi per svolgere le lezioni in sicurezza in palestre, cinema, musei, parchi. LE CRITICHE. Scettiche anche le Regioni e per questo è stato anticipato l'incontro tra governo, con i ministri Azzolina, Speranza e Boccia, e gli enti locali, col presidente della Conferenza, Stefano Bonaccini, secondo il quale le linee guida si devono concordare con le Regioni. Per questo motivo nel corso dell'incontro il ministro Azzolina si è impegnata a portarle in conferenza unificata con Regioni, Province e Comuni lavorando anche di notte con i tecnici proprio per chiudere la partita. Il vertice è stato spostato a domani. Per Boccia "il documento della scuola è ben fatto" e suggerisce lo stesso metodo utilizzato "per le mille intese durante l'emergenza Covid-19" quello di raccogliere tutte le istanze. E rivolto alle Regioni, Boccia ha sostenuto: "Diamo un bel segnale al Paese se su un tema così importante riusciamo a trovare subito un'intesa". Le critiche maggiori riguardano la mancanza di adeguati finanziamenti per assicurare la ripartenza e il fatto che ogni responsabilità ricadrebbe sui dirigenti scolastici. "Non si può chiedere ai dirigenti scolastici e al personale di rispondere in solitudine alle esigenze delle famiglie e alla necessità di garantire il servizio a organico e risorse invariate", sottolinea Paola Serafin, che guida i dirigenti scolastici per la Cisl Scuola. E' un Piano che "non contiene indicazioni operative né definisce livelli minimi di servizio ma si limita ad elencare le possibilità offerte dalla legge sull'autonomia, senza assegnare ulteriori risorse né attribuire ai dirigenti la dovuta libertà gestionale", afferma l'Associazione presidi. "Apre alla privatizzazione", accusa Pino Turi della Uil scuola. "La preoccupazione è che si stia scaricando una grossa responsabilità sulle autonomie scolastiche col risultato di un quadro dell'istruzione legato alle differenze territoriali", è il timore di Francesco Sinopoli della Flc Cgil. Maddalena Gissi (Cisl) chiede di far partire da subito un percorso con le organizzazioni sindacali per l'avvio dell'anno scolastico. E domani il Comitato 'Priorità alla scuola', che scenderà in 60 piazze italiane per chiedere la riapertura delle scuole in presenza e in sicurezza, minaccia di manifestare anche contro le Linee guida. IN SICILIA. Dibattito aperto anche in Sicilia, dove la task-force, voluta dall’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, e presieduta da Adelfio Elio Cardinale, sta lavorando per stabilire gli interventi da pianificare nelle scuole, a partire da un monitoraggio a tappeto delle necessità. Tutto, come andrà definito entro il 12 luglio. Fa parte della task-force anche il presidente regionale dell’Anp, Maurizio Franzò, che, come scrive Alessandra Turrisi sul Giornale di Sicilia in edicola, rincara la sua dose di delusione di fronte alle linee-guida nazionali: «Questo documento è aria fritta, non dice nulla di concreto. Non è vero che il 60 per cento delle scuole, come qualcuno sostiene, ha locali adeguati. Per consentire a tutti la frequenza, l’unica è dimezzare l’orario visto che l’organico dei docenti non sarà potenziato – aggiunge -. Noi chiediamo di limitare al massimo la didattica a distanza. È urgente che i sindaci si seggano accanto ai dirigenti scolastici, Comune per Comune, per trovare altre soluzioni logistiche, ma subito, non a settembre».