«Dentro diverse legittime valutazioni e ricerche scientifiche io credo che non dobbiamo alimentare una surreale divisione tra pessimisti ed ottimisti. Una seconda ondata o una recrudescenza non è certa, ma è possibile. E quindi bisogna essere pronti». Lo ha detto in aula alla Camera il ministro della Salute, Roberto Speranza. «L'intervista di ieri su La Stampa di Anthony Fauci - ha continuato - è tal proposito molto chiara. Restiamo, tutti, rigorosamente ancorati ad una valutazione oggettiva dei dati e dei fatti. Le nostre decisioni devono continuare ad essere orientate esclusivamente da valutazioni effettuate sulla base dei criteri di verifica che abbiamo deciso insieme alle regioni». Speranza ha sottolineato che anche se ci «sono dati oggettivamente incoraggianti» però «continuano a rappresentare solo una parte della realtà» perchè «l'epidemia non si è conclusa, non è finita: ci sono ancora focolai di trasmissione attivi». Questi elementi, ha concluso, «ci devono invitare ad una convinta e responsabile ulteriore prudenza. Siamo sulla strada giusta, ma il nemico non è vinto».