Arriva l'ok ai concorsi e si chiariscono le modalità di rientro in classe a settembre per gli 8,3 milioni di studenti italiani. La task force di esperti riunita per la riapertura delle scuole e presieduta da Patrizio Bianchi, ha consegnato alla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina il Rapporto con le indicazioni per la ripartenza: si fa leva sull'autonomia delle scuole - nei diversi territori saranno possibili soluzioni diverse - con accordi con gli enti locali, con i mezzi di trasporto e l'utilizzo del terzo settore per poter garantire più tempo fisico a scuola soprattutto ai bambini della scuola di primo ciclo che insieme agli alunni di elementari e medie seguiranno la didattica in presenza. È un altro passo in avanti verso la riapertura, dopo che nella notte era arrivato l'accordo sul concorso per i professori, con un clima più sereno nella maggioranza dopo il vertice: si farà dopo l'estate e non più con i quiz a crocette ma con una prova scritta: "Aggiorneremo le graduatorie provinciali e i precari che vinceranno il concorso potranno essere assunti con retrogradazione della data", ha aggiunto la ministra. I docenti sono necessari per il ritorno in aula. Ha chiarito Amanda Ferrario, dirigente scolastico che fa parte della task force, e si tornerà infatti in classe dall'infanzia alle medie: "I bambini della scuola dell'infanzia, elementare e media devono poter essere in un contesto di socialità". Diversa la situazione alle superiori: qui i ragazzi sono più grandi e quindi la possibilità di intervallare un tempo in presenza e un tempo di didattica a distanza è possibile. Quindi per loro la Dad ci sarà ancora, quanto meno nella prima parte dell'anno nella quale le misure di distanziamento in ambienti, che sono antichi o piccoli, non si prestano a poter ospitare tutti gli studenti. Tra le linee fornite dal Comitato, la ridefinizione dell'unità oraria che non deve essere necessariamente di 60 minuti, in modo tale da poter garantire il tempo scuola a tutti; fare entrare i ragazzi in maniera scaglionata durante l'arco della giornata e non tutti alle otto; utilizzare per le lezioni non soltanto le aule ma anche parchi e giardini, gli oratori messi in sicurezza con le necessarie precauzioni, le strutture dei comuni. Le scuole, inoltre, possono fare accordi per progetti con gli enti locali per integrare la didattica: più musica più sport più cinema e teatro e più arte. Una strada che sembra più in discesa dopo che, vissuti giorni di scontri, la maggioranza ha raggiunto un accordo sul concorso straordinario che riguarderà complessivamente circa 32 mila precari. Le polemiche sulla prova per i precari hanno attirato sulla ministra una pioggia di insulti social volgari e sessisti. Azzolina ne era già stata vittima in passato. Solidarietà le è arrivata da numerosi parlamentari ed indignazione è stata espressa anche da molti docenti e dirigenti scolastici. L'accordo raggiunto nella notte fa sì che la procedura concorsuale straordinaria prevederà un punteggio per titoli, servizio e un esame. Il test a crocette - inviso al Pd e a LeU - sarà sostituito da una prova scritta che si svolgerà a fine emergenza, probabilmente a novembre, con la possibilità di retrodatazione dei contratti al primo settembre 2020 dei vincitori. Ci sarà la riapertura e l'aggiornamento delle graduatorie di terza fascia e sarà su base provinciale; infine si prevederà anche una nuova modalità per l'ingresso in ruolo degli specializzati TFA sul sostegno. Se le dichiarazioni dei partiti politici sono pressochè tutte improntate alla soddisfazione, molto critici sono però i sindacati. "Ci troveremo di fronte a un nuovo anno scolastico che comincia con oltre 200 mila cattedre scoperte, avvicendamento di supplenti e difficoltà per famiglie e alunni", ammonisce Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil. "Oggi è più che mai evidente che la scuola non è importante, è parte di una scacchiera politica e degli equilibri di partito ma non è al centro delle scelte per il futuro di questo Paese", dice la segretaria Cisl Scuola, Maddalena Gissi. Molto critici anche Pino Turi della Uil scuola e Rino di Meglio della Gilda